IL PIZZINO di Urgo: Il merito di Antonio Conte

I calciatori sembrano uniti e sono un tutt'uno con l'allenatore, risultato non da poco...

il pizzino di urgo il merito di antonio conte
Napoli.  

Il Napoli di questa stagione calcistica ha avuto tanti volti, alcuni belli e altri meno, ma tutti accomunati dalla provvisorietà.

È stato come se non riuscisse a trovare una sua quadratura, uno spessore tecnico e umano duraturo. Sì, la squadra si è in qualche modo ripresa dalla sciagurata rappresentazione che dato di sé dopo il bellissimo scudetto vinto un anno e mezzo fa, ma qualcosa continuava a mancarle. Fino al secondo tempo contro l'Udinese in terra friulana. E sì, perché in quei 45 minuti di affannose rincorse e geometrici assalti la squadra azzurra ha manifestato qualcosa che fino a ora si era solo intravista in spezzoni più o meno lunghi di partite, peraltro neanche tutte vinte.

Ed è l'unione, una unione che fa più della forza, fa gruppo, amicizia, mutuo soccorso e vittorie, anche senza punti. Dopo un primo tempo sostanzialmente scialbo, scandito solo dai guizzi di un David Neres che è apparso subito in stato di grazia, anche se in una porzione di campo che non era esattamente la sua, gli azzurri sono entrati alla ripresa del gioco trasformati, rivitalizzati nello spirito, prima che nel gioco.

La percezione era che fossero un popolo eletto dove prima erano uomini erranti, un incrollabile esercito dove solo qualche giorno fa si erano dimostrati incapaci di opporre resistenza alle folate offensive di squadre sguscianti e ben organizzate come l'Atalanta e la Lazio. Ne è prova il fatto che nel secondo tempo l'Udinese non ha fatto la benché minima azione d'attacco e quello che la squadra partenopea aveva da dire a sé stessa e al campionato lo ha roboantemente detto. Tre gol e tante azioni belle, contrassegnate (finalmente) da solidità e fantasia. Un merito su tutti va dato a due calciatori. A quel Neres (che ho già citato), innanzitutto, che ha portato nella asfittica e stantia manovra azzurra due cose, samba e felicità.

Vederlo saltare l'uomo, disegnare serpentine e andare sul fondo a mettere palloni invitanti al centro ha rappresentato per tutti i tifosi inaspettata e rincuorante gioia per gli occhi. Per non parlare della solidità di Frank Anguissa, uomo ovunque, incontrista e incursore allo stesso tempo, fendente mortifero nella fragile difesa bianconera. Ma, permettetemi di dirlo, la notizia più bella di tutte per il presidente Aurelio De Laurentiis e per tutto il mondo Napoli è che i calciatori sembravano uniti come non accadeva da tempo, tutti, nessuno escluso - lo hanno dimostrato in occasione dei gol - e, soprattutto, erano un tutt'uno con il loro allenatore, a cui questo merito va ascritto.