Fiorentina, Cremonese, Frosinone e Lazio: proprio ieri sera. Questo l’elenco delle squadre che hanno fatto fuori il Napoli agli ottavi di finale di Coppa Italia. Nelle prime tre occasioni era anche il primo turno della competizione, in questo caso gli azzurri venivano dai 32esimi e dai 16esimi, venendo dal decimo posto della passata stagione. Purtroppo la sostanza non cambia: fuori agli ottavi. Subito o quasi. Ma in questa stagione non ci sono le coppe europee, e forse la Coppa Italia poteva essere una piccola “Champions” per la squadra di Conte. Uno slogan che a Castel Volturno non si è mai sentito. L’allenatore ha seguito le orme di altri disastrosi precedenti diturnover totali o quasi. Dal famoso Chievo-Napoli di Mazzarri, ai cambi totali di Sarri utilizzati in Europa League, fino al turnover di Spalletti nella sua prima stagione e quelli pure nefasti di Benitez. Insomma, icambi totali (o quasi) non hanno mai portato fortuna.
Per questo non tutti hanno capito il senso di “valutare la rosa” (parole di Conte) cambiando l’intera squadra in una gara a eliminazione diretta, in casa di unasquadra forte, e soprattutto sprecando un torneo che sulla carta si può provare a vincere. Magari 5 o 6 cambi iniziali più uno sfruttamento delle rotazioni avrebbe presentato in campo un Napoli molto più simile a quello che resta al comando della classifica. Difficile valutare la prova degli azzurri dalla cintola in giù: non a caso con i giocatori che si sono visti di meno. 90 minuti per Rafa Marin, ancora meno per Zerbin, ma pochi anche per Folorunsho. Qualcosa in più per Juan Jesus e Spinazzola, ma solo perché il Napoli ha iniziato il campionato col mercato aperto (e senza alcuni rinforzi) e con Buongiorno infortunato. In ogni caso ora resta una sola competizione, sperando che le delusioni finiscano qui.