Tuttosport, il quotidiano sportivo torinese ma di fede non esattamente granata, sabato aveva affermato che la gara del girone di ritorno tra Napoli e Juventus al Maradona "valeva per gli azzurri tutta la stagione". Premesso che la squadra partenopea non aveva certo bisogno delle parole maliziose di quel giornale per caricare di pressione la sfida, ci aveva già pensato il presidente Aurelio De Laurentiis a dare una motivazione in più ai suoi avversari con le dichiarazioni londinesi contrarie alla partecipazione proprio dei bianconeri al mondiale per club, il dato reale però diceva il contrario.
Il campionato, infatti, era bello che andato, per gli accessi sia alla Champions che alla Europa League. Restava da vedere solo per il posto in Conference, per il quale di certo il Napoli, ex scudettato, non vedeva l'ora di giocare alla morte. Questa era la verità e lo sarebbe stata anche in caso di vittoria del Napoli. Una stagione, infatti, non si riscatta alla 27esima di campionato o anche agli improbabili quarti della massima competizione europea per club. Erano stati commessi tanti di quegli errori - lo abbiamo già detto mille volte - che un terzo sarebbero bastati per chiedere l'infermità mentale per tutta o quasi la dirigenza azzurra.
Qualcosa si era provato a sistemare in corsa, ma quello che celava ieri lo spogliatoio azzurro, nessuno, neanche il più ben informato, lo sapeva. Certo, faceva piacere che dopo mesi mazzarriani di vacche magre e altrettanti di balbettii garciani, si fossero viste trame di gioco da tempo sopite, ma questo non poteva bastare per rivendicare una pari dignità con la Vecchia Signora, che veleggiava - non proprio regalmente - seconda dietro la stratosferica Inter di questi tempi, per quanto dappresso incalzata da un'altra ex dea dell'Olimpo, il Milan, e a ben 17 punti dalla smemorata ciurma azzurra. Prima che le due squadre scendessero in campo per un confronto che si sperava vibrante, leale e non "condizionato da fattori esterni", era delittuoso, pertanto, parlare di un "riscatto" che qualunque risultato finale non avrebbe comunque sugellato.
La "stagione" aveva, infatti, ormai già ampiamente consegnato il Napoli ai dubbi amletici e ai tormenti foscoliani, che tali sarebbero rimasti alle 23.00 di domenica 3 marzo 2024. Al più ci avremmo potuto aggiungere i soliti piagnucolosi rimpianti di ogni tifoso che si rispetti, ma quelli, si sa, seguono il corso degli eventi e non sono mai rubricati nelle pagine della Storia, men che meno di quella calcistica.