Ha vinto il sindaco ribelle. Una vittoria contro tutti quella del sindaco Luigi De Magistris. Ha ragione quando dice che non si è trattato di un voto di protesta il sindaco. Se il dato del voto di oggi è quello contrassegnato dall’astensionismo record, chi è andato a votare ha scelto la continuità. “Da Napoli ci sarà la grande spinta a continuare nel pensare che si può governare grandi città metropolitane, con le mani pulite e ben salde al sistema, resistendo all’attacco anche del Governo”. Il sindaco è visibilmente emozionato quando parla alla stampa. “Sentirete parlare molto nei prossimi mesi di questa vittoria che è del popolo napoletano. In occasione del ballottaggio non c’è stato nessun travaso di voti. Abbiamo vinto contro il Pd, contro il candidato sindaco di Berlusconi. Abbiamo vinto anche avendo contro il premer Renzi. Adesso si godremo questo grande, straordinario risultato. Sarò sindaco per 24 ore ogni giorno per i prossimi cinque anni”. Ma c'è un altro dato significativo di questa tornata elettorale: se l'affluenza alle urne è calata rispetto al 5 giugno in tutte le grandi città, a Napoli, si è registrato un calo più netto: alle 23,00 aveva votato il 35,99% degli elettori, contro il 54,12 dell'appuntamento del 5 giugno alla stessa ora. In una domenica di cattivo tempo non è certo stato il desiderio di mare ad allontanare dai seggi. Ma forse ha giocato un ruolo la difficile fase del Pd e la sua esclusione al primo turno. Sullo sfondo, infatti, un Pd napoletano (che Renzi ha annunciato di voler commissariare) indebolito da un risultato elettorale negativo dopo una campagna elettorale iniziata con primarie al veleno e la rottura con Antonio Bassolino. Cosa ha spinto i napoletani a confermare la fiducia al sindaco De Magistris? Sicuramente ha avuto la meglio, anche sui cittadini, un'immagine della città nuova e positiva. Riscoperta dai turisti. Borghese e ribelle, il sindaco uscente ha catturato napoletani di diversa estrazione, cultura e posizione sociale. Li ha convinti mostrando le sue “mani pulite” e sollecitando l'orgoglio (per una volta) di non essere nell'elenco, troppo lungo, delle città dilaniate da scandali e corruzione.
Siep