Patto per Napoli: "Così abbiamo evitato il dissesto finanziario"

Manfredi: "Risultato quasi insperato" Barretta: "Strada tracciata ma non finita"

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Napoli.  

A tre anni dalla sigla del Patto per Napoli, un accordo fondamentale per il risanamento finanziario del Comune partenopeo, è stato presentato oggi uno studio approfondito dall'Osservatorio Economia e Società. L'analisi, illustrata nel corso di una conferenza stampa a Palazzo San Giacomo alla presenza del Sindaco Gaetano Manfredi, dell'Assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta e di esperti del settore, ha messo in luce i progressi compiuti e le sfide ancora da affrontare.

Il Patto per Napoli, firmato il 29 marzo 2022 con l'allora Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha rappresentato una boccata d'ossigeno per le casse comunali, erogando un contributo a fondo perduto di circa 1,23 miliardi di euro, da distribuire in tranche annuali fino al 2042. Questo intervento ha permesso al Comune, in stato di predissesto dal 2012, di consolidare il Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale avviato nel 2018.

Una parte significativa del contributo statale (il 36%) è stata concentrata nel periodo 2022-2025. Tuttavia, a partire dal 2026, la riduzione dei trasferimenti statali richiederà un maggiore sforzo finanziario da parte del Comune. Per far fronte a questa diminuzione, l'amministrazione prevede di incassare in media circa 35 milioni di euro aggiuntivi all'anno attraverso diverse leve, tra cui l'incremento dell'addizionale IRPEF, l'addizionale aeroportuale e il miglioramento della riscossione dei tributi.

In particolare, l'aliquota IRPEF è stata aumentata nel 2024 di 0,2 punti percentuali, con un innalzamento della fascia di esenzione a 12.000 euro. Secondo le stime dell'Osservatorio, l'incremento medio per i cittadini napoletani si attesta sui 64 euro annui. Sul fronte della riscossione, i risultati sono incoraggianti: a fronte dei 77 milioni incassati nel 2022, il Comune ha registrato 80 milioni nel 2023 e ben 106 milioni nel 2024, con una previsione di 107 milioni per il 2025.

Un altro strumento introdotto è l'addizionale comunale sui diritti di imbarco aeroportuale, pari a 8,5 euro dal 4 aprile 2023. Le prime analisi sul traffico aereo non mostrano flessioni significative, suggerendo un impatto contenuto sull'utenza.

Per quanto riguarda il miglioramento della riscossione, il Comune ha stretto una partnership con Napoli Obiettivo Valore, una società di scopo che ha emesso avvisi di accertamento IMU e TARI e gestito la riscossione coattiva. L'attività ha portato complessivamente a una raccolta di 166 milioni di euro, di cui 90 milioni già incassati e 76 milioni rateizzati (con un'alta percentuale di regolarità nei pagamenti).

Il Patto per Napoli prevede anche una strategia di valorizzazione del patrimonio immobiliare attraverso diverse azioni: l'incremento dei canoni di concessione e locazione, la riduzione dei fitti passivi, alienazioni e conferimenti a fondi immobiliari. In quest'ottica, con una delibera di Giunta del dicembre 2024, è stato avviato il procedimento di conferimento di 6 immobili comunali e la vendita di 3 caserme al Fondo immobiliare di INVIMIT, per un valore complessivo di oltre 44 milioni di euro.

La riduzione dei fitti passivi sta dando risultati concreti, con un calo del 50% dal 2021 al 2024, passando da 3,4 a circa 1,7 milioni di euro, grazie al trasferimento degli uffici comunali e delle partecipate in edifici di proprietà.

Un altro pilastro del Patto è la riorganizzazione della macchina amministrativa e la razionalizzazione delle partecipate. Entro giugno 2025 è atteso un piano definitivo che mira a superare le sovrapposizioni di funzioni e a valorizzare i beni strategici. Per Napoli Servizi SpA si prospetta una distinzione tra attività a reddito (da affidare a una nuova società) e attività non a reddito (patrimonio istituzionale, scuole, cimiteri, sport, mercati). Per Napoli Holding Srl, la strategia punta alla creazione di economie di scala per i servizi alle partecipate.

Sul fronte degli investimenti, si prevede un incremento dei pagamenti di circa 23 milioni di euro all'anno nel periodo 2022-2026. I tempi di pagamento dei fornitori hanno subito una drastica riduzione, passando da 99 giorni nel 2021 a soli 30 giorni nel 2024, e anche il debito commerciale è diminuito significativamente, da 371 milioni di euro a circa 18 milioni di euro nello stesso periodo.

L'esposizione finanziaria complessiva del Comune è scesa da circa 5 miliardi di euro (al 31 dicembre 2021) a circa 3,9 miliardi di euro (al 31 dicembre 2024).

"Grazie al Patto per Napoli - ha sottolineato il Sindaco Manfredi - abbiamo evitato il dissesto finanziario, che avrebbe rappresentato un trauma per tutta la città. Abbiamo ridotto il debito e i tempi di pagamento, assunto personale e effettuato investimenti importanti. Considerando da dove siamo partiti, si tratta di un risultato quasi insperato".

L'Assessore Baretta ha aggiunto: "Dopo tre anni possiamo parlare di evidenze consolidate. Abbiamo ridotto il disavanzo di oltre un miliardo e i tempi di pagamento sono scesi a 30-29 giorni. La strada è tracciata, ma non è finita. Dobbiamo ulteriormente ridurre il disavanzo e completare il riordino delle partecipate, per il quale presenteremo un piano definitivo a giugno".

Lo studio dell'Osservatorio Economia e Società, insieme al monitoraggio del Ministero dell'Interno, evidenzia dunque un percorso di risanamento in atto, con il raggiungimento degli obiettivi prefissati, pur con alcuni aspetti da migliorare nella gestione del patrimonio e nella razionalizzazione delle partecipate. Il Patto per Napoli si conferma uno strumento cruciale per la stabilità finanziaria e il futuro della città.