"Ci addolora la scomparsa di David Sassoli. Un presidente di grande valore, un convinto europeista, un uomo al servizio delle Istituzioni. Gli siamo profondamente riconoscenti per aver avviato quel processo di integrazione volto a cambiare l’Ue per renderla sempre più capace di dare risposte vere alle preoccupazioni dei cittadini. La sua difesa dei nostri valori fondanti di libertà, dignità e solidarietà guidi sempre il cammino europeo. A nome della città di Napoli, esprimo vicinanza e cordoglio ai suoi familiari" Queste le parole del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi appresa la notizia della scomparsa del giornalista e Presidente del Parlamento Europeo.
Sei mesi fa, Sassoli era stato colpito da una polmonite causata dalla legionella: ma si era ripreso bene, e aveva girato un video per smentire qualunque legame tra la malattia e il Covid, o il vaccino. Prima di Natale la ricaduta e la disfunzione, fatale, del sistema immunitario
Sassoli era nato a Firenze nel 1956, figlio di Domenico Sassoli, giornalista e intellettuale di cultura cattolica. Aveva seguito le orme paterne: prima all’agenzia Asca, poi al quotidiano «Il Giorno», aveva partecipato alla fondazione dell’associazione «Articolo 21», movimento di difesa della libertà di stampa.
La sua carriera come giornalista televisivo era cominciata nel 1992, come inviato di cronaca nel Tg3. Nello stesso periodo aveva collaborato con Michele Santoro nei programmi «Il rosso e il nero» e «Tempo reale». Nel 1996 aveva condotto la trasmissione pomeridiana «Cronaca in diretta», su Rai 2. Nel 1999 era entrato nella redazione del Tg1 come inviato speciale. Poi era diventato conduttore del Tg1 dell’edizione delle 13:30 e successivamente di quella delle 20. Nel 2007 Sassoli era divenuto vicedirettore del Tg1, nonché dei settimanali di approfondimento Speciale TG1 e Tv7. Nel 2004 era stato eletto Presidente dell’Associazione Stampa Romana. Poi l’ingresso in politica nel 2009 come candidato al Parlamento Europeo.
Nel 2013 si era candidato alle primarie come sindaco di Roma, arrivando secondo dopo Ignazio Marino. Il 3 luglio 2019 era stato eletto Presidente del Parlamento europeo, con 345 voti, al secondo scrutinio, con il sostegno dei gruppi europeisti.
Tutti oggi gli riconosco un tratto umano di grande spessore, una capacità di mediazione e di dialogo difficili da individuare nel panorama politico: e non sono frasi di circostanza che si dicono e si scrivono oggi nelle ore della sua scomparsa, magari da parte di chi lo ha conosciuto e gli ha voluto bene da anni.