Da Pomigliano nasce l’alleanza Pd-M5S

È Gianluca Del Mastro il candidato sindaco per la nuova alleanza tra pentastellati e democratici

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Pomigliano d'Arco.  

Arriva il nome del candidato sindaco a Pomigliano che sancisce l’alleanza, anche sui territori, tra il Pd e il M5S. Sarà Gianluca Del Mastro a guidare la compagine che dal paese di Luigi Di Maio, lancia il nuovo assetto di un’alleanza nata come emergenziale e che invece sembra diventare una realtà.

L'intesa, dopo lo stop alle trattative di ieri sera, è stata trovata questa notte, come informa sui social Dario De Falco, stretto collaboratore di Di Maio: "Ieri notte - scrive su Facebook - i rappresentanti delle forze che compongono il nuovo laboratorio politico di Pomigliano hanno scelto Gianluca Del Mastro come candidato sindaco. Il mio passo indietro ne farà fare parecchi avanti alla mia città!", sottolinea.

"Gianluca - si legge ancora nel suo post - ha 46 anni è sposato ed è padre di due bambini. Attualmente è Professore di Papirologia presso l'Università della Campania 'Luigi Vanvitelli' (con un dottorato conseguito a Napoli e un Master sui Beni Culturali conseguito tra l'Italia e l'Olanda), Professore di Paleografia presso l'Università Federico II di Napoli (dove è stato ricercatore per vent'anni) e Presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane nominato dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. È abilitato alla dirigenza di Istituti del CNR".

Sempre da Facebook arriva anche l’endorsement di Valeria Ciarambino, candidata alla presidenza della Regione Campania, di Pomigliano e contraria all’accordo con il Pd fino ad oggi. “Gianluca Del Mastro, sarà il candidato sindaco della mia città, Pomigliano - ha scritto su Facebook la consigliera regionale - Una persona non solo perbene, ma di grandissima competenza e umanità. Offrire alla città e alle istituzioni persone di tale valore vuol dire realmente mettere le basi per rinnovare la politica e far rinascere Pomigliano. Forza Gianluca!”

Dunque parte da Pomigliano la strana alleanza che se poteva essere digerita su base nazionale e con la scusa di bloccare il “pericolo” Salvini, sarà indigesta a molti su quei territori dove per anni e anni i militati di una parte e dell’altra si sono contrastati con forza, in un continuo denunciarsi, offendersi e attaccarsi. Vedere oggi a braccetto i due simboli che se le sono date di santa ragione è difficile da digerire per molti, ma forse pur di non rischiare debacle rovinose ci si abitua a tutto.