Marigliano: il sindaco Antonio Carpino nega ogni addebito

Per il primo cittadino le dichiarazioni dei collaboratori sarebbero state rese per ritorsione

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Marigliano.  

Il sindaco di Marigliano, Antonio Carpino, finito al centro di una inchiesta che mostrerebbe la connessione tra la camorra locale e la politca nel comune del napoletano, ha risposto a tutte le domande ma ha negato ogni addebito contestatogli. 

Il primo cittadino è stato arrestato ieri dai carabinieri di Castello di Cisterna.

Davanti al gip Egle Pilla, accompagnato dal suo legale, l'avvocato Francesco Picca, il primo cittadino ha negato la presunta compravendita dei voti, l'accusa di avere promesso appalti ai clan attraverso la costituzione di una cooperativa di ex detenuti per agevolare l'assegnazione di determinati servizi comunali, come quello per la pulizia delle strade nel rione popolare Pontecitra.

Carpino, che da ieri è recluso nel carcere napoletano di Secondigliano, ha affermato di conoscere bene Luigi Esposito, detto "o' sciamarro" (l'altro destinatario delle misure cautelari) in quanto è stato per molti anni suo cliente: il sindaco Carpino è infatti un avvocato penalista.

A lui, e a tantissime altre persone, ha chiesto il voto, ha riferito durante l'interrogatorio di garanzia, nell'imminenza delle tornate elettorali alle quali si è presentato come candidato.

Carpino avrebbe anche fornito alla Procura (che ora potrà, o meno, fare accertamenti) la sua spiegazione sulle ragioni che avrebbero spinto i collaboratori di giustizia, uno in particolare, a rendere dichiarazioni di quel tenore sul suo conto. Propalazioni, a suo dire, rese per ritorsione.