EnergyMed: si discute dello stato dell'arte dell'eolico

L'evento alla mostra di Oltremare.

energymed si discute dello stato dell arte dell eolico
Napoli.  

Focus nell'ambito di EnergyMed alla mostra d'Oltremare a Napoli sullo stato dell'arte per le autorizzazioni degli impianti eolici nelle regioni del Sud. 

Introduzione dei lavori a cura del responsabile del Comitato tecnico scientifico di EnergyMed, Fulvio Scia: "È il quattordicesimo incontro in questo ambito: le ultime due edizioni di questa manifestazione sono state sicuramente le più importanti vista la crisi energetica e ciò che è accaduto. Abbiamo qui con noi le associazioni ambientaliste quelle con la A maiuscola, disponibili al cambiamento. Qui manca nonostante i ripetuti inviti il Ministero della Cultura, ed è un peccato". 

Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente: "Si parla di isole ecologiche come di ecomostri: quello non è vero ambientalismo. Gli ambientalisti veri mettono in campo idee utili al cambiamento. Il cambiamento fa paura ma non possiamo essere qui nel 2023 ad aver paura di un'isola ecologica. 

Per non parlare di eolico: si trasformano in ecomostri per campagna elettorale. Gli ambientalisti veri smontano fake news e intervengono per avere sul territorio i migliori progetti. Un mese fa a Benevento abbiamo fatto il primo forum raccontando il buon vento. Oggi parlare di rinnovabili è dare un nuovo senso alle politiche industriali del Mezzogiorno dopo tanti danni subiti. Una pala eolica, un impianto fotovoltaico sono mezzi per creare lavoro e nuove politiche industriali. Finalmente riusciamo a raccontare anche passi avanti nell'ambito delle energie rinnovabili, e questo ci fa orgoglio perché parliamo di modelli replicabili, sinergia di alleanza tra imprese, ambientalisti veri e istituzioni". 

Simone Togni, presidente Anev: "Europa ha innalzato gli obiettivi, noi invece alziamo numero dei tempi e dei processi autorizzativi. Siamo in uno snodo cruciale: spesso ci si trova in situazioni assurde, procedimenti autorizzativi di Via nazionale che dopo anni di tribolazioni hanno avuto il rilascio dalla Presidenza del consiglio. Nessuno di questi procedimenti ha avuto poi autorizzazione da Regione, alcune hanno cominciato iter da capo. Spesso è una questione di volontà e anche di coraggio. Momenti come questo fondamentali per parlarsi in maniera schietta". 

Paola Brambilla, commissione Via nazionale: "Qui il cuore della produzione energetica. Negli ultimi tre mesi ogni giorno e mezzo viene processato e valutato un parere. Già valutato 1 giga e mezzo di energia alternativa. Cosa è cambiato in questi ultimi anni? Prima 4 procedure, oggi diverse novità, nuovo articolo 1bis, 2 commissioni con commissione gemella, 3 tipologie di esenzioni da Via, ad esempio per impianti per scopi pubblici o per finalità emergenziali, 4 procedure autorizzative, 5 via. Quadro complicato. Confronto con attori permette di smussare diffidenze e valutazioni obiettivi e sereni del progetto. Condizionalitá ambientali possono permettere a un comune di dire si anziché no a un progetto".

Mario Grosso, commissione nazionale Via: "iniziato ad operare nel 2020 più di 200 procedure tra cui 46 eoliche. Creato anche un gruppo stralcio per smaltirle. Poi nel 2021 arrivano 75 nuovi progetti, a settembre c'erano ,110 procedimenti di Via. Oggi ne restano 20. Dato su 105 procedimenti 79 positivi e 26 negativi"

Vincenzo Chiera, geologo commissione nazionale Via: "spesso documentazione che accompagna è bibliografica, rientra poco nelle indagini in sito. Riportare indagini puntuali è fondamentale. Soprattutto in zone come quelle carsiche o dove ci sono falde idriche. Per quel che riguarda acque manca un censimento e anche questo è un aspetto fondamentale. Terre e rocce da scavo aspetto fondamentale, perché quando si mettono pale si scava: importante piano di utilizzo delle rocce da scavo perché spesso si fa un po' di confusione tra piano di utilizzo e piano preliminare di utilizzo in sito". 

Simona Brancaccio, dirigente staff Valutazioni Ambientali Regione Campania: "Direttiva Ue ha aumentato quote da coprire con rinnovabili: qualcuno deve fare impianti e qualcuno li deve autorizzare. In Campania in cinque anni cambiato tanto: abbiamo ottenuto risultati. In Campania la strada verso le rinnovabili e la transizione energetica è tracciata. A volte si partecipa a due conferenze di servizi al giorno. Ci sono imprese capaci di progettare e realizzare in Campania. Semplificare non significa eliminare procedure e norme che non sono fastidiosi orpelli. Ritardi costituiscono un danno, anche per i progetti, che invecchiano e devono essere cambiati. Crediamo moltissimo nella partecipazione. Abbiamo il sito via vas che è assolutamente trasparente per fare partecipare tutti. Negli anni la conflittualità si è ridotta grazie a collaborazione e interlocuzione coi territori. Purtroppo cambiano le leggi ma le Soprintendenze danno sempre parere negativo. In 2022 anno dei record delle autorizzazioni in Campania e pensiamo di raddoppiare nel 2023. Autorizzato impianti per 472 megawatt, che copre il fabbisogno medio di oltre un milione di abitanti in tempi da record. Numeri raggiunti anche grazie a repowering che peraltro diminuiscono effetto selva con minore occupazione e consumo del suolo, riducendo movimenti di terra con rumore che si riduce. Ostacoli non mancano: abbiamo poche risorse umane, poco incentivati. Con i no bizantini in ogni caso non si tutela il paesaggio. Abbiamo proposto di fare tornare tutta la competenza in capo alle regioni. . ".

Francesca De Falco, dirigente Uod energia ed efficientamento energetico regione Campania "a volte soprintendenza pongono difficoltà: hanno dichiarato che autostrada era strada paesaggistica. Dobbiamo procedere spediti verso transizione energetica".