Sorrento-Capri, la querelle ferragostana tra Silvio Staiano e Massimo Coppola

L'imprenditore caprese ha denunciato il degrado sul porto di Marina Piccola

sorrento capri la querelle ferragostana tra silvio staiano e massimo coppola

Pesanti le accuse rivolte alla locale Guardia Costiera accusata di non fare la parte che le compete per mantenere l'ordine. Le replica del primo cittadino Coppola non calma le acque perchè Staiano rilancia con un nuovo comunicato.

Sorrento.  

Quella che mancava in questa calda estate sorrentina consacrata dal successo dei grandi numeri era una polemica che alimentasse le cronache ferragostane. Ci ha pensato Silvio Staiano, patròn del brand Capri Watch, a innescare la miccia con una lettera-denuncia al sindaco di Sorrento Massimo Coppola sullo stato di degrado e di caos al porto di Marina Piccola chiamando in causa "brutalmente" la locale Guardia Costiera accusata di tollerare una situazione mortificante per l'immagine dei luoghi e di non saper gestire l'ordine sulla zona di sua competenza.

Un affondo durissimo quello di Staiano che non poteva lasciare indifferente il sindaco Coppola che, a stretto giro, ha risposto annunciando che, per quanto di competenza, avrebbe proceduto a tutte le verifiche attraverso gli uffici preposti, ma criticando il metodo usato dall'imprenditore che ha puntato sull'effetto mediatico della denuncia usando toni anche molto duri nei riguardi della Guardia Costiera che "...ha sempre dato prova di grande attaccamento alla nostra città. Mi dispiace che il nome di Sorrento venga accostato a questi episodi, di sicuro la questione poteva essere gestita diversamente", le parole del primo cittadino.

Una querelle che Staiano però alimenta ulteriormente con un nuovo comunicato stampa in cui all'apprezzamento per le dichiarazioni di Coppola "...sul contrasto al degrado e alle insegne abusive con relative mancate entrate nelle casse comunali" fanno seguito altre critiche che certamente non contribuiscono a portare il sereno.

Scrive Staiano nel suo comunicato: "Quando il sindaco Massimo Coppola dichiara: “la questione era da gestire diversamente” mi trova pienamente d’accordo. Tale rimprovero, ovviamente, va rivolto alla Guardia Costiera, alla Polizia Municipale e agli Uffici Comunali preposti che, tutti assieme, non svolgendo i controlli hanno consentito che si producesse un grave danno erariale ed all’immagine di Sorrento. Tengo a precisare che il sottoscritto non ha mai denunciato alcun abuso urbanistico, mi stranisce che il Sindaco parli di sterili polemiche quando, in realtà, è stato da me informato di aver personalmente provveduto a presentare all’Autorità Giudiziaria un esposto denuncia che segnala gravi reati, che vede come probabilissimi responsabili addirittura uomini della Guardia Costiera, tra cui i vertici che dovrebbero vigilare su quanto si svolge all’interno delle aree demaniali di pertinenza del Porto di Sorrento.

Se appare del tutto singolare che dinanzi ad uno spettacolo indegno e nocivo agli interessi della Città di Sorrento e di tutto il comparto turistico che veniva tristemente rappresentato dal Porto di Sorrento non vi sia una sola parola di critica o censura per uno spettacolo ed un operato indegno e non è accettabile o ipotizzabile che alcuna parola negativa possa essere indirizzata alla mia persona. Al contrario, affermo con orgoglio il mio impegno ad aver fatto tutto ciò che fosse nelle mie possibilità affinché si combattesse il degrado, la corruzione morale e l’illegalità diffusa tollerati o ignorati da chi è preposto a combatterli. Non credo ci sia stato un cittadino a Sorrento più attivo nel combattere il malaffare. Ho scritto, sin dallo scorso 16 giugno, numerose raccomandate e pec contenenti diffide, denunce di degrado e di mala condotta (da codice penale) sia alla Capitaneria di Castellammare sia a Sorrento, poi dal 14 luglio ho coinvolto con altre numerose denunce i vertici della Capitaneria, presso la Direzione Marittima di Napoli, senza avere mai alcun riscontro o risposta. Poi, visto l’accanimento verso una sola azienda e la permanente illegalità diffusa ho provveduto a denunciare all’Autorità Giudiziaria e di tutto ciò ho provveduto ad informare, di persona, negli uffici sia il sindaco di Sorrento sia i comandanti di alcune Forze di Polizia senza che ciò a distanza di tanti giorni sortisse alcun effetto...".