Riflettori accesi questa sera sugli ulivi e sull'olio di Capri con la presentazione del libro "L'isola, terra degli ulivi e di infinite storie" in 150 pagine di Giuseppe Aprea arricchite con foto di ieri e di oggi ed edito dalla Conchiglia. L'appuntamento e alle 19 sul nuovo terrazzo che spazia sui Giardini della Flora Caprense.
Aprea nel suo volume racconta un’inedita e lunghissima storia dell’ulivo e dell’olivocoltura nell’isola di Capri sulla base di precise e circostanziate testimonianze storiche che introducono il lettore in un mondo scomparso in cui la diffusione di quest’albero e di questa produzione determinavano la qualità del paesaggio caprese e della vita quotidiana degli abitanti dell’Isola.
L’autore utilizza personaggi storici realmente esistiti come il colonello Jean Thomas, eroe dello sbarco dei francesi nel 1808, o lo storico di “cose capresi” Giuseppe Feola o il giornalista del “Times” Henry Wreford, che in un articolo sul prestigioso giornale descrive, a fine Ottocento, tutte le fasi della produzione olearia sull’Isola di Capri.
Di fatto le cronache di viaggiatori e tecnici ci testimoniano come l’olio caprese fosse molto ricercato e richiesto per le sue peculiari caratteristiche. Con il Novecento e con l'affermarsi dell’economia turistica, man mano la coltivazione e la produzione olearia diminuiscono e si perdono e con esse anche una serie di conoscenze tecniche-agricole.
Oggi, nonostante le profonde trasformazioni che il territorio e la società di Capri e Anacapri hanno registrato, sono riemerse volontà imprenditoriali e nuove competenze tecniche nello stesso settore della produzione olearia. Una situazione che riporta alla ribalta la necessità di promuovere una gestione dell’ambiente e dell’economia isolana più sostenibile e legata anche al necessario recupero di una memoria e di una identità.
A presentare il libro "L'isola, terra degli ulivi e d'infinite storie", tra le ultime testimonianze storiche che ci regala la Conchiglia, ci saranno Rossella Funghi, direttrice della rivista "Capri Review" e Gabriele Della Morte docente di Diritto Internazionale dell'università Cattolica di Milano.