La sala della libreria Mondadori di Piazza Vanvitelli è piena di persone. Le sedie non bastano e chi è venuto alla presentazione de “Il Grillo Narrante” il primo libro di Massimiliano Gaudino, psicoterapeuta e scrittore, si siede dove può tra i libri sugli scaffali.
L’evento è incentrato sul libro che Gaudino ha scritto con delicatezza e cura, con l’attore Diego Macario che legge alcuni dei 22 brani raccolti dall’autore nella sua prima opera e la giornalista Simonetta Iapparello che intervista lo scrittore.
Tra poesie, fiabe e monologhi il libro affronta con profonda semplicità temi difficili che vanno dall’abbandono al pettegolezzo, passando per l’esclusione e il bullismo.
In un tempo dove le parole si accavallano e dove i grilli parlanti si affollano, la narrazione di Gaudino è un oasi di esperienze personali che toccano con empatia la vita e l’animo di chi legge. Ognuno lettore si ritrova nelle pagine, nelle fiabe e nelle poesie, si interroga e si “cura” grazie ad un libro che insegna molto di sé stessi prima ancora che degli altri.
L’autore lo dice con chiarezza lo scopo del “raccontare la vita e le esperienze anche personali è quello di tornare all’infanzia, per prendersi cura del bambino che è in ognuno di noi”.
La parola è fondamentale per ogni cura ma “anche il silenzio è importante, i silenzi sono comunicazione, gli sguardi servono ad esprimersi, a farsi capire - dice Gaudino - Nel libro c’è parte di me, sono partito da me stesso per arrivare alle persone che seguo, ai miei pazienti e ai miei lettori”.
“Il Grillo Narrante” prima ancora di essere un libro, una narrazione, una raccolta, è una “cura”, un potente strumento che dietro fiabe e poesie nasconde una forza fondamentale per essere utile a chi lo ha scritto e a chi lo legge. “per scrivere questo libro ho ritrovato e ripercorso i momenti in cui sono stato bravo a prendermi cura di me” dice Gaudino, ma il valore “curativo” del suo libro è anche rivolto ai lettori perché, proprio come nella sua professione, “mi affido a qualcuno quando cerco di prendermi cura di lui, quando lui si affida a me, in uno scambio reciproco che è difficile da spiegare”. Uno scambio che è tipico della letterature e di uno scrittore che in ogni pagina mette un po’ di sé e un po’ di ciò che lo circonda, delle “esperienze che mi sono rimaste addosso” come direbbe Gaudino.
Per l’autore “Il Grillo Narrante” è un “libro che può essere uno strumento per molti. Ho scritto in forma di favole perché “Il Grillo Narrante” possa arrivare anche ai bambini, agli insegnati. Uno strumento per tutte le persone che si sentono sole come è successo a me”.
Massimiliano Gaudino ha scritto un libro che oggi, in un momento in cui le parole inutili dilagano e coprono ogni narrazione, in una fase sociale nella quale le paure, le ansie e la rabbia spesso vengono affrontate nella solitudine, rappresenta un salvagente per i lettori e per l’autore che dopo anni ha riaperto il cassetto nel quale aveva chiuso il suo sogno e su un “taccuino regalato da una persona cara” ha ripreso a dare ascolto alla sua passione per la scrittura e ha “realizzato un sogno” che oggi non è solo un libro ma un nuovo rapporto umano che Gaudino è riuscito ad instaurare con i lettori.