di Simonetta Ieppariello
C'è un sistema che funziona e che vede insieme archeologia, arte contemporanea e coinvolge siti sia statali che regionali. C’è un Museo che da contenitore diventa produttore di contenuti, eventi, iniziative, e molto altro ancora.
Mai come ora. Un fermento, un progetto, che avanza stap dopo stap. Perchè quel gigante che è il Museo Archeologico Nazionale, come spiega il direttore Manager del Mann Paolo Giulierini, si è svegliato. Più spazi, più mostre, più eventi, più sinergie internazionali e non solo.
Mai come ora il Mann di Napoli si apre al mondo. E passeggiando al suo esterno incontriamo centinaia di stranieri in arrivo da tutto il mondo per conoscere i reperti di un museo trai più importanti.
Tappa irrinunciabile di appassionati di arte greco romana e non solo. Scrigno prezioso dei reperti di Pompei segreta, ma anche di tanto in più benvenuti nel museo archieologico nazionale di Napoli diretto, da quasi tre anni da Paolo Giulierini. Il mandato di Dario Franceschi ha dato i suoi frutti.Il Mann è diventato il risultato della ormai celebre rivoluzione dolce delle bellezza di Giulierini e il suo staff che sta radicalmente reimpiantando modi e tempi di una città delle più belle al mondo. Competenza, disciplina, organizzazione. Ecco la ricetta del direttore del museo di Napoli.
Allargare gli orizzonti del museo è stata proprio la motivazione del riconoscimento di Artribune 2017 che coglie l'aspetto dinamico e innovativo della sua azione. Lui un management del museo ha lavorato infaticabilmente per un museo sempre più all'avanguardia all'altezza dei colleghi europei.
Impegno e determinazione per la costruzione di una realtà globale di Napoli e della Campania.
Una realtà affidata a portale e comunicazioni curate con tenacia dal suo staff, attraverso il rapporto col pubblico e con la ricerca.
Nella nuova puntata de L’Altra Campania abbiamo scoperto il tempio dell'archeologia classica, che ora grazie a Giulierini non può solo guardare al proprio interno, ma deve aprirsi al mondo e saper cogliere elementi di novità e fermenti positivi. «Servono altre dinamiche - spiega il direttore Giulierini -. Noi stiamo cercando di proporre il museo non solo come il luogo dell'archeologia vesuviana, ma anche come soggetto culturale più ampio, più ricco più dinamico. Abbiamo scelto di fare mostre come quella sulla storia del Calcio Napoli o quella sui Longobardi, ad esempio».
Ma non solo. All’interno del Museo sono stati ospitati tanti artisti contemporanei.
Il riconoscimento di Artribune, precisa Giulierini, è merito della squadra. Passeggiando per uffici e corridoi si respira il fermento nuovo nel garantire la tutela e rilanciare la cultura.
"Voglio innanzitutto dire che è una grande responsabilità ora mantenere gli standard che ci ha riconosciuti Artribune. Vogliamo che il Museo sia accessibile e inclusivo. Si tratta di due elementi cardine della nuova gestione. Senza dimenticare di proporre un museo da vivere nella quotidianeità dai giardini ai servizi come il wi fi senza dimenticare la caffetteria che aprirà presto, entro inizio estate. La superficie 20mila metri quadri ad oggi abbiamo aperto 18mila metri quadri, ma entro fine mandato completeremo il lavoro».
Ecco le novità del museo Archeologico Nazionale di Napoli, uno dei musei oggetto della Riforma Franceschini. Giulierini al giro di boa del metà mandato fissa chiaro l’obiettivo raccontando la sua personale esperienza a numero uno del museo.
Un modo nuovo di concepire l’arte e i suoi spazi.
"ESSERE qui è un'emozione fortissima, forse più del primo giorno, un inno alla gioia che vorrei pervadesse il museo e tutta la città che mi ha sostenuto. Una bellissima sensazione, che mi stando molto coraggio”.
Il Museo archeologico di Napoli nel mese di gennaio ha già fatto registrare 10 mila visitatori in più rispetto all'anno scorso. Quindi, il trend di crescita prosegue e il direttore disegna uno scenario da qui alla scadenza del suo mandato (autunno 2019) fatto di mostre, tutela, ricerca, accordi internazionali, apertura di cantieri, nuovi servizi, riapertura di sezioni, rivoluzione nei depositi, attenzione ai problemi sociali del quartiere Sanità o dei senzatetto che si rifugiano sotto i portici della Galleria Principe di Napoli: a loro il museo destinerà una somma per l'acquisto di biancheria. Dentro e fuori il museo cambia. Dentro, con il progetto "Alla scoperta dei tesori del Mann": prima di Pasqua saranno finalmente visibili le "Armi dei gladiatori", la straordinaria raccolta di elmi, armi, corazze in bronzo da Pompei sempre in mostre all'estero e mai esposte in sala.
E così, di tre mesi in tre mesi il Mann svuoterà i depositi.