di Simonetta Ieppariello
Questa è la storia di un poeta mago che era protettore di Napoli. Oggi ancora qualcuno passeggiando in un parco si reca sulla sua tomba per lasciargli preghiere e richieste, invocazioni di prosperità per la città di Napoli. (vedi la puntata de L'Altra Campania di 696 Tv Ottochannel)
Questa è la storia di Virgilio e dei suoi 13 incantesimi dedicati a Partenope.
Culti e leggende, poesie e pozioni in una storia antica in cui sacro e profano si fondono nell’anima nobile e antica di una città unica al mondo.
Pino Daniele la cantava come la città dei mille colori. Anche delle mille storie. Scoprire il capoluogo campano non significa solo esplorare i suoi musei e chiese ma anche affrontare a viso aperto la meraviglia che si nasconde, sotto i piedi nei parchi e nelle anime di chi la vive.
Tanto grande era, ed è ancora per certi versi, la sua leggenda che i Napoletani fino all’età medievale consideravano il poeta Virgilio quale protettore della città, fino a quando il vescovo Ianuario, San Gennaro, non si sostituì ad egli soprattutto grazie alla Chiesa che voleva eliminare ogni forma di paganesimo, e ai Normanni che intendevano sottomettere Napoli sopprimendo il protettore Virgilio, del quale profanarono le ossa.
A differenza del Parco Virgiliano di Posillipo, il Parco Vergiliano di Piedigrotta non viene utilizzato per fare picnic e correre all'aria aperta.
Non è un luogo per fare sport, ma è un luogo di grande cultura in cui ammirare le tombe di alcuni dei più grandi artisti di sempre. Il più importante è di certo il mausoleo di Virgilio. Il poeta ha vissuto a lungo a Napoli, e addirittura nel Medioevo si era diffusa la credenza che fosse tra i patroni della città, che gli attribuiva poteri magici e la leggenda dell'uovo che dà il nome a Castel dell'Ovo. La sua tomba si trova in una posizione sopraelevata, chiamata colombario per le nicchie scavate al suo interno. Sul mausoleo compare il famoso epitaffio
Il Parco custodisce anche i resti mortali di Giacomo Leopardi, un'alta ara collocata all’interno di una grotta in tufo. Questi fu inizialmente seppellito, dopo la morte a Napoli per colera, nella chiesa di San Vitale a Fuorigrotta, poi nel 1934, quando fu realizzato il Parco Vergiliano fu trasferito qui. All'ingresso della tomba vi è una lapide che consacra il sepolcro come monumento nazionale.
La leggenda di Virgilio Mago secondo la quale il grande poeta latino, cicerone infernale di Dante, avrebbe costruito un uomo di bronzo che levando il braccio era in grado di fermare magicamente la lava infuocata e le nubi ardenti. E’ uno dei suoi incantesimi. Uno dei tredici a protezione di Napoli che il popolo amava, temeva, praticava, custodiva. Ancora oggi passeggiando nel parco si arriva al sepolcro di Virigilio dove in tanti lasciano lettere a segno e terstimonianza di amore, speranza e credenza.
Ma Napoli oltre ad essere una città piena d’arte e cultura, colori e persone è un crocevia di tradizioni e leggende, fede e folclore.
E a pochi passi dal parco Vergiliano di Piedigrotta. C'era una volta una scarpetta, una notte di tempesta ed una statua, non è l’incipit di una favola antica ma di una leggenda legata alla Madonna di Piedigrotta, che si festeggia a Napoli l’8 settembre.
Si racconta che alcuni marinai fossero in pericolo in mare a causa di una forte tempesta che si era abbattuta nei primi giorni di settembre. Fu la Madonna ad aiutarli, uscendo dalla grotta dove aveva dimora e recandosi sulla spiaggia per compiere il miracolo. A narrare il fatto sarebbe Frate Bernardino che non trovò al solito posto la statua della Madonna in quella notte di tempesta, tanto da credere in un furto. Immediatamente chiamò l’Abate iniziando le ricerche per la statua scomparsa, ma ben presto vide la Madonna ritornare al suo posto col mantello bagnato e senza una scarpa. Lei stessa gli sussurrò di essere stata invocata da alcuni poveri marinai perduti in mare e nel fare ritorno sulla spiaggia aveva tolto la scarpa perché piena di sabbia ma l’aveva dimenticata sulla soglia della chiesa dove fu raccolta dall’abate che stava sopraggiungendo. L’Abate in persona constatò che il mantello era bagnato e raccolse in due ampolle ai piedi della statua la sabbia raccolta nell’altra scarpa. Questa è la leggenda che si traspone nella credenza, ma soprattutto nell’amore di un popolo per la Madonna che porta grazia, prosperità, serenità e bimbi nelle famiglie delle novelle spose.