«L'intervista che vorrebbe farmi è in video? Se è così, allora non me la sento». Sfiduciati, riponiamo nella borsa videocamera e microfono, pronti a risalire in auto per dirigerci verso il centro di Marigliano dove speriamo di essere più fortunati. E' a quel punto che il titolare di un noto locale notturno di via San Francesco si avvicina. A pochi metri da lì, sabato notte, due giovani, risultati poi stretti congiunti di un affiliato di camorra, hanno cominciato a sparare in aria con una pistola ad aria compressa. Una "stesa" per divertimento. Per spaventare le persone. Ci sono riusciti considerato il fuggi fuggi generatosi nel cuore della movida mariglianese.
Ora è lui a farsi sotto. Il titolare del locale, che poco prima, in presenza di alcuni clienti, ci aveva liquidato velocemente. Lo fa innanzitutto per scusarsi e, poi, per spiegarci il motivo del suo diniego. «Avrei tanto da raccontarvi, ma qui anche le mura hanno orecchie. Potrei dirvi quel combinano ogni sera questi quattro delinquentucci, ma temo possibili reazioni se disgraziatamente dovessero vedere il servizio nel telegiornale», afferma l'uomo. Proviamo a convincerlo. Gli diciamo che potremmo riprenderlo di spalle, magari oscurarne il volto e travisare la sua voce. Ma è testardo come un mulo. Non si fa convicere. Eppure, continua a raccontarci di quel casino di sabato sera, delle tante altre bravate commesse dalla baby gang che nello scorso weekend ha seminato il terrore tra la frazione di Faibano e le strade principali di Marigliano: corso Vittorio Emanuele e corso Umberto I.
«Li tengo alla larga dal mio bar - prosegue l'esercente - Ho fatto capire loro che devono comportarsi bene, ma hanno la testa dura. Vogliono giocare a fare i camorristi. L'altra sera, è stato raggiunto il colmo. Nel mio locale c'era tanta gente. Giocava il Napoli in tv. Poco distante, una ludoteca. Anche lì c'era gente: si festeggiava un compleanno con tanti bambini e genitori in zona. Noncuranti di tutto, hanno iniziato a sparare creando il caos e scappando a bordo di uno scooter. Hanno fatto bene ad arrestarli».
Il più piccolo dei due balordi, tra l'altro, aveva ottenuto di recente un permesso di uscita da una comunità dove era stato destinato per una rapina commessa quando ancora era un minorenne. L'arma, sequestrata, è una pistola modificata caricata a salve. Ma la paura tra i cittadini è stata vera. I carabinieri di Castello di Cisterna hanno trovato e sequestrato quattro bossoli in via San Francesco, nei pressi di una nota ludoteca. I titolari dei locali della movida preferiscono mantenere la bocca cucita. Vorrebbero raccontare quel che accade la notte durante i weekend ma temono pericolose ritorsioni.
Rocco Fatibene