Giovane assassinato a Napoli, padre Antonio Loffredo: importante fare squadra

Monito del direttore del museo diocesano

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Giovane ucciso: padre Loffredo: "Dovremmo ascoltare di più. Mai rinunciare al dono più grande, la speranza"

Napoli.  

"Come ogni volta, sembra che i fiori che crescono vengano tagliati di netto. E ogni volta riprendere è più difficile. Siamo nelle stesse situazioni: dobbiamo riprenderci e andare avanti senza mai rinunciare al dono più grande che è la speranza". Lo ha detto all'Ansa padre Antonio Loffredo, direttore del museo diocesano di Napoli, a margine del rapporto ecomafia presentato da Legambiente nella chiesa di Sant'Aniello a Caponapoli a chi gli chiede un commento sull'omicidio del 20enne accaduto sabato sera lungo via Santa Teresa degli Scalzi.

"Siamo sicuri che la nostra città sta facendo un cammino, un cammino lungo. Ma, è chiaro - ha proseguito - vorremmo sempre di più che tutti facessimo squadra affinchè queste cose non accadano più". Cosa fare? "Cominciare a crescere nuove generazioni dall'asilo, non quando è troppo tardi" e in merito alla guerra tra gang che vede al centro giovanissimi sottolinea che "stanno urlando, hanno dei bisogni e sofferenze e noi più grandi dovremmo essere vicini e pronti a saperli ascoltare questi bisogni che vengono detti in maniera così drammatica per tutti noi".

"C'è bisogno che il Comune dia i beni in maniera più veloce, non è possibile che da venti anni stiamo chiedendo un bene comunale e non riusciamo a trovare una forma giuridica per averlo e mi riferisco al mendicicomio di via Cristallini", ha aggiunti. "In questi giorni ho sentito il dolore degli educatori che hanno sfiorato questi ragazzi e sentono tutta l'impotenza di dover lavorare per strada con questi ragazzi", ha concluso