Lettera di Don Tonino Palmese a Giannino Durante, papà di Annalisa e pubblicata dalla Fondazione Polis sui canali ufficiali social. "Carissimo Giannino, prima di tutto ti abbraccio in questo momento di prova per la tua famiglia. La perdita di un giovane congiunto è sempre una tragedia. Preferisco scriverti perché in queste ore il continuo richiamo all’uccisione di Emanuele e ciò che tu stai facendo da 21 anni in memoria di Annalisa potrebbe diventare nell’immaginario collettivo (e non solo) quasi un invito alla rassegnazione e alla constatazione della sconfitta. Tutti, alla luce di un delitto subìto o fatto da un giovane, siamo bravi nel dire che fare bene a Napoli è inutile ma la tua testimonianza che parte dalla donazione degli organi di Annalisa, fino a queste ore dove la biblioteca accoglie centinaia e migliaia di giovani è la dimostrazione che se non ci fossi stato tu, Annalisa sarebbe stata uccisa ogni giorno dalla rassegnazione, dall’oblio e persino dalla giustificazione "fisiologica" della morte in una città come la nostra. Tua figlia invece è diventata per migliaia di persone il motivo per cui vale la pena vivere… fino in fondo e che nessuna cosa al mondo, compresa la morte, possa giustificare il nostro restare in vita da "cadaveri". Un giorno portando i libri di Annalisa alla Facoltà di Giurisprudenza della Federico II dicesti con un filo di voce di sentirti orgoglioso perché eri "stato capace di portare Annalisa all’Università"."
"Questa città ha bisogno di te"
"Mio caro Giannino, dobbiamo continuare a portare i ragazzi a credere (sempre come dici tu) che "la cultura salva l’anima". Tu, a differenza di tantissimi abitanti di Napoli. hai dimostrato che essere per-bene vuol dire metterci la faccia a favore del bene, a differenza di tante persone perbene che lo sono semplicemente perché si limitano a non fare il male. Napoli non ha bisogno di questa gente che dalla finestra guarda convinta di stare dalla parte giusta solo perché non delinquono. Questa città ha bisogno di te e di chi come te dimostra che la morte subìta per mano violenta si può trasformare in una vita… come la tua. Giannino mio, Giannino nostro, hai il diritto di sentire che le tue braccia stanno cedendo, anzi cadendo. Noi, dal giorno di quel funerale di Annalisa ci siamo aggrappati al tuo abbraccio e oggi siamo in tantissimi nell’impegnarci a tenere su le tue braccia perché possa continuare la tua azione di abbraccio che include e di braccia che ci rimettono in vita. Con tutto il cuore… davanti a Dio. Tonino Palmese".