Luisa, 19 anni, aveva denunciato i genitori per le violenze subite a causa della sua relazione con Marco, un ragazzo transgender. Prelevata con la forza dalla casa di un’amica a Sant’Antonio Abate, era stata riportata nell’abitazione di famiglia a Ercolano, dove aveva subito percosse ed era stata segregata. I genitori, entrambi incensurati, erano stati arrestati con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona.
Il rigetto delle misure cautelari
Dopo l’interrogatorio davanti al gip Lucia De Micco, la coppia è stata rimessa in libertà. Il pubblico ministero aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma la remissione della querela da parte di Luisa ha portato il giudice a escludere esigenze cautelari. Il reato di maltrattamenti, però, resta perseguibile d’ufficio. Nel provvedimento di rigetto, il gip ha sottolineato che la ragazza vive ora stabilmente con Marco a 26 chilometri dall’abitazione dei genitori, riducendo il rischio di nuove violenze.
La scelta della ragazza
Luisa ha spiegato che la sua decisione è stata influenzata dalla preoccupazione per i suoi fratelli più piccoli. Nonostante tutto, ha confermato di voler restare accanto a Marco, ribadendo di essere più convinta che mai del loro futuro insieme. Dopo la scarcerazione dei genitori, ha evitato dichiarazioni, mentre Marco ha espresso timori per il futuro, augurandosi che la situazione non si ripeta.
La reazione dei genitori
I genitori della ragazza hanno accolto con sollievo la decisione del giudice e, tramite il loro avvocato Andrea Scardamaglio, hanno annunciato l’intenzione di difendersi anche dal "linciaggio mediatico" subito sui social. Intanto, il caso ha sollevato un ampio dibattito pubblico sulla libertà individuale e sul diritto all’autodeterminazione, facendo emergere ancora una volta il tema della violenza familiare legata all’identità di genere.