Il procuratore generale di Napoli, Aldo Policastro, e i sostituti procuratori generali addetti al Gruppo tutela Ambiente della Procura generale di Napoli hanno tenuto ieri un incontro con tutti i procuratori della Repubblica del distretto e i vertici delle forze dell’ordine territoriali e di quelle specializzate nel contrasto dei reati ambientali. Obiettivo dell'incontro "promuovere la materia ambientale tra quelle che richiedono un impegno prioritario degli Uffici, sia in punto di coordinamento delle relative attività di indagine che di moduli organizzativi virtuosi e buone prassi".
L’incontro ha visto la partecipazione di una folta rappresentanza dei comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Napoli, Caserta, Avellino e Benevento oltre che degli organi specializzati, Comando Tutela ambientale Carabinieri di Napoli, Carabinieri Forestale- Comando Forestale Regione Campania, Comandi Regionale Campania Reparto Aeronavale e Aeronavale Pratica di Mare della Guardia di Finanza, Capitaneria di porto di Napoli- Direzione marittima della Campania, Polizia Metropolitana Napoli e Polizia Municipale Napoli- Reparto Tutela Ambientale. Il procuratore generale ha evidenziato la necessità di "un forte impulso alle indagini per il contrasto dei crimini ambientali con un attento e proficuo coordinamento tra gli uffici inquirenti del distretto, tenendo conto anche dell’attività della Rete delle Procure generali nella materia ambientale, istituita presso la Procura generale della Corte di Cassazione".
L'articolo 6 del decreto legislativo del 20 febbraio 2006 numero 106, ha sottolineato il procuratore generale di Napoli, "definisce la funzione di 'vigilanza' attribuita al procuratore generale presso la Corte di appello rispetto agli uffici giudiziari requirenti del distretto ed il conseguente obbligo informativo al procuratore generale presso la Corte di Cassazione". In linea con essa si è ritenuto di dare vita ad una stabile organizzazione distrettuale finalizzata a: dare attuazione condivisa alle attività di ricognizione e diffusione delle buone prassi in materia di accertamento dei reati ambientali; individuare le priorità investigative sul territorio del distretto sia per incentivarle che per un utilizzo più accorto delle risorse tecniche e investigative del distretto sempre troppo limitate a fronte della gravità delle condotte investigate; promuovere la condivisione di comuni moduli organizzativi; favorire lo scambio delle conoscenze, delle buone prassi e dei protocolli adottati dai procuratori della Repubblica del distretto, per la loro diffusione ed eventuale condivisione con le altre realtà territoriali; promuovere il coordinamento investigativo e la circolarità delle informazioni; implementare, con la collaborazione degli Uffici requirenti e delle forze di polizia, il Servizio Indagini Ambientali già istituito per garantire una proficua utilizzazione delle emergenze ostensibili di tutti i procedimenti già attivati dagli uffici, nella prospettiva di una più efficace e tempestiva azione di intervento a tutela dell’ambiente mediante indagini mirate. La riunione, che è stata arricchita anche da una relazione del presidente e del direttore tecnico dell’Arpac, ha consentito di raccogliere e valutare le informazioni offerte dai responsabili degli uffici e delle agenzie specializzate, anche in ordine alle risorse disponibili per le indagini coordinate dalle Procure del distretto.Tutti i partecipanti all'incontro, fa sapere una nota della Procura generale di Napoli, "hanno espresso la completa disponibilità ad offrire la propria collaborazione per raggiungere gli obiettivi comuni". La Procura generale di Napoli predisporrà un protocollo, da condividere e adottare a livello distrettuale entro i prossimi 3 mesi, "per formalizzare e disciplinare tutte le attività volte a garantire un più efficace contrasto ai crimini ambientali commessi nel distretto con l’auspicio che siffatte attività possano costituire anche un efficace deterrente alla commissione di nuovi reati e così producendo una effettiva tutela ambientale".