"La morte non ci fa paura”. Parole terrificanti, soprattutto se a pronunciarle è un ragazzino di appena 11 anni. Cosi manifesta la propria voglia di crescere e di diventare “forte” un bambino a Napoli: dalla bici elettrica alla moto, dai giocattoli alle armi.
Pistole (finte o modificate, ma importa?) e coltelli sfoderati sui social per un gioco criminale che diventa circolo vizioso: il fascino del male che attrae sempre più giovanissimi e questi ultimi che esaltano la cultura criminale aumentandone il potere e, quindi, la capacità di attrazione.
“Non abbiamo notizie certe sulla sua famiglia ma ci è stato detto che il ragazzino viene lasciato libero di scorrazzare da mattina a sera con bici elettriche e moto nel più totale disinteresse dei genitori “- dichiara il deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli - “Ecco quindi che ritorna la questione sull’educazione familiare e su quanto sarebbe importante far intervenire i Servizi Sociali e allontanare questi ragazzi dagli ambienti in cui si respira aria malsana, il lezzo dei disvalori.
Per lui ora è soltanto un gioco, poi smetterà di essere un bambino e diverrà adolescente e dai social potrebbe passare alle azioni su strada unendosi a baby-gang ed infine diventare un criminale a tutti gli effetti. I drammi che si stanno vivendo a Napoli in questi giorni, come l’omicidio di Emanuele Tufano, sono più di un campanello d’allarme, su questo fenomeno serve dare segnali importanti.”