In malattia al lavoro ma giocava a calcio: dipendente licenziato

Il provvedimento della Corte di Cassazione. De Gregorio (Eav): contrasteremo i furbi

in malattia al lavoro ma giocava a calcio dipendente licenziato
Napoli.  

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, per motivi disciplinari, di un dipendente Eav che aveva simulato una malattia per giocare una partita a calcio. Lo rende noto l'Eav, azienda presso la quale lavorara l'ormai ex dipendente.

La Corte ha stabilito che "il comportamento del dipendente, che ha utilizzato una falsa malattia per ottenere un vantaggio indebito, costituisce una grave violazione degli obblighi di correttezza, lealtà e diligenza".

I fatti risalgono all'ottobre 2017: il lavoratore, pur risultando in malattia, avrebbe svolto diverse attività tra cui una partita di calcio nel campionato di Prima categoria. 

L'azienda, attraverso indagini private, aveva poi accertato "il comportamento truffaldino del lavoratore e ha proceduto al licenziamento disciplinare", come si legge nella nota.

Marcello D'Aponte, difensore della società, ha espresso "soddisfazione per la decisione della corte", sottolineando che la stessa "conferma la validità delle scelte aziendali in materia di licenziamenti disciplinari e la proporzionalità della sanzione del licenziamento in casi di grave violazione del vincolo fiduciario".

Il presidente di Eav, Umberto De Gregorio, ha dichiarato che la sentenza "rappresenta una chiara conferma della legittimità dell'azione dell'azienda volta a contrastare l'assenteismo e altri fenomeni negativi che danneggiano i cittadini e gli utenti del servizio pubblico". Ha inoltre sottolineato "l'importanza di salvaguardare la posizione dei lavoratori che svolgono il proprio lavoro con impegno e dedizione, a fronte di coloro che abusano del sistema".