Il Consiglio dei Ministri, su indicazione del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha deciso di sciogliere l’amministrazione comunale di Melito per infiltrazione mafiosa.
È la seconda volta che accade.
Si chiude, così, il lungo iter iniziato dopo le elezioni del 2021 a seguito delle quali era partita un’inchiesta la Direzione Investigativa Antimafia che aveva portato all’arresto di 18 persone tra cui l’ex sindaco Luciano Mottola, il presidente del consiglio comunale Rocco Marrone e 2 consiglieri comunali. Indagati che sono oggi in attesa di giudizio.
Per i prossimi 18 mesi, dunque, per la gestione dell’amministrazione locale spazio ad una commissione straordinaria.
“La nostra regione ha il primato, vergognoso, del maggior numero di comuni sciolti per infiltrazioni mafiose il che la dice molto lunga sui rapporti tra camorra, mala politica e gli esponenti della pubblica amministrazione collusi.”- dichiara il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli- “ Un quadro che diviene via via sempre più inquietante ed allarmante, il segno tangibile che le organizzazioni criminali regolano la vita sociale, politica ed economica in molti territori, soprattutto nell’hinterland dove la camorra assume dei connotati più simili alla mafia siciliana, manageriale, imprenditoriale e perfettamente connessa con il tessuto sociale della borghesia , che alla camorra di Napoli città, più legata alla criminalità di origini urbane e che si sofferma soprattutto a controllare il mercato della droga e del racket . Per questo ogni forma di camorra va combattuta in maniera diversa a seconda del territorio in cui è contestualizzata ma, allo stesso tempo, c’è bisogno di centralità e di contingenza per contrastare il fenomeno nella sua totalità.”
“Prendendo in esame la vicenda di Melito nello specifico, bisogna fare luce su tutto e consegnare alla giustizia tutti i protagonisti” - prosegue Borrelli- “Non basta sciogliere le giunte ma serve intervenire sulle pubbliche amministrazioni rimuovendo i dirigenti corrotti e facendo delle rotazioni obbligatorie affinché non si vengano a creare situazioni di ‘potere assoluto.’”