Erano stati arrestati in tre a 24 ore dallo sbarco al molo 21 della Nave ong Sea Eye 4 a Napoli, accusati di essere gli scafisti che hanno condotto al largo i migranti salvati nell'area Sar maltese da due diverse imbarcazioni in avaria. Ma solo per uno dei tre indagati le testimonianze sono state ritenute pienamente convergenti. Per gli altri due, il riconoscimento operato dalle parti offese è stato considerato non privo di incertezza e di contraddizioni.
Pertanto il gip del Tribunale di Napoli ha ribaltato le conclusioni degli inquirenti convalidando uno dei tre fermi a carico dei soggetti indicati come scafisti. In due sono stati scarcerati e mandati in un centro di accoglienza mentre per un terzo soggetto, Mohamed Bah, gambiano classe 1973 la valutazione è stata differente: su di lui, gli elementi raccolti sono stati ritenuti convincenti.
L'inchiesta, condotta dai pm Barbara Aprea e Roberta Simeone sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, era partita subito dopo lo sbarco della Sea Eye 4, approdata dopo cinque giorni di navigazione a rischio con vento gelido e mare forza nove. Durante la traversata sono morti tre migranti.
Ora si va avanti negli approfondimenti
Per l'unico soggetto rimasto in cella: « le dichiarazioni dei due testimoni sono risultate convergenti, c'è il rischio che - se lasciato libero - possa darsi alla fuga». Mohamed Bah difeso dal penalista Luciano Fabozzi, avrà la possibilità di fare ricorso al Riesame, per ottenere la revoca della misura cautelare.
L'inchiesta va avanti, si cercano nuovi elementi. Nel frattempo si attende l'esito dell'autopsia sui due cadaveri arrivati a bordo della nava per capire se c'è stata violenza.