Morti Genova: "Non vogliamo la farsa, no ai funerali di Stato"

Per i quattro ragazzi di Torre morti nel Crollo i funerali domani a Torre del Greco

Torre del Greco.  

 

 

di Simonetta Ieppariello

Non vogliono i funerali di Stato. Non vogliono che l'ultimo saluto dei quattro amici morti nel crollo del ponte Morandi avvenga nella cerimonia ufficiale. Troppo alto il tributo in vite della Città del Corallo. Si svolgeranno domani pomeriggio nella basilica di Santa Croce a Torre del Greco i funerali delle quattro giovani vittime del crollo del ponte Morandi originarie della città vesuviana, le cui famiglie hanno rinunciato alle esequie di Stato in programma sabato. Lo rende noto il sindaco Giovanni Palomba: "I resti mortali dei quattro ragazzi partiranno domani mattina da Genova alle 5 per giungere in Campania nel primo pomeriggio". I funerali si svolgeranno nella basilica di Santa Croce alle 17.30: "A Genova - spiega Palomba, oggi nel capoluogo ligure - sono giunte una trentina di persone da Torre del Greco. Ho assistito a scene strazianti, di gente giustamente disperata, in molti casi con svenimenti. Siamo di fronte a persone stanche, che non avrebbero potuto attendere un altro giorno prima dei funerali di Stato. Di fronte a questa situazione, le autorità hanno acconsentito alla liberazione delle salme". Domani nella città vesuviana è stato proclamato il lutto cittadino.

I familiari non avrebbero voluto funerali di Stato come riporta Il Mattino per evitare una farsa.  “Non vogliamo i funerali di Stato, non vogliamo i funerali farsa: Matteo, Giovanni, Gerardo e Antonio torneranno a casa, i funerali si faranno domani a Torre del Greco”. Spiega la corrispondente del quotidiano.

“Mio figlio non diventerà un numero nell’elenco dei morti causati dalle inadempienze italiane, farò in modo che ci sia giustizia per lui e per gli altri. Non vogliamo un funerale farsa, ma una cerimonia a casa, nella nostra chiesa a Torre del Greco. È un dolore privato, non servono le passerelle”: Così Roberto Battiloro, padre di Giovanni, che sottolinea le responsabilità di chi doveva vigilare e non lo ha fatto, come spesso accade nel nostro Paese.