Il parroco ai camorristi: "Convertitevi". Minacce sul social

La furia delle donne del Clan Rega

Brusciano.  

 

di Simonetta Ieppariello

Minacce e insulti della camorra al parroco di Brusciano don Salvatore Purcaro. Chiare intimidazioni e offese all’indirizzo del prelato sono arrivate sul suo profilo facebook. Il sacerdote sarebbe finito nel mirino dei familiari dei sei arrestati nel blitz antiracket che ha decapitato il clan Rega.

"Vi imploro: convertitevi".

Sono bastate queste tre parole per scatenare la furia delle donne del clan Rega. A pronunciarle il giovane parroco don Purcaro, dopo aver appreso - insieme a tutta la città - la notizia della retata che ha portato in carcere 6 affiliati per estorsione, lesioni e aggressione a danno di imprenditori locali che dovevano pagare il "pizzo per i carcerati".

In una città sotto choc, attraversata da mesi da una faida tra i Rega e un clan scissionista, don Salvatore aveva pensato di usare parole di misericordia e invito alla speranza. Già lo scorso Natale, le parrocchie di Brusciano conclusero i riti notturni della Vigilia in piazza, alla luce delle candele, per chiedere ai camorristi di "svegliarsi dal sonno". Come simbolo don Salvatore e i fedeli scelsero Beniamino, il pastore che nel presepe napoletano resta addormentato mentre nella grotta nasce Gesù.

Nonostante l'attenzione di don Salvatore a non pronunciare parole di condanna prima che siano celebrati i processi, nonostante il desiderio di un dialogo "cuore a cuore", la reazione dei familiari, in particolare delle donne del clan, è stata violentissima.

Eppure sono arrivate una marea di offese e minacce dai parenti dei Rega. Tra gli arrestati figura il capo dell’omonimo clan. «Che tu sia un prete o una guardia – scrive il figlio del presunto boss - fai la tua strada che chi si fa i fatti suoi vive cento anni». Ancora: «Sono figlio di un uomo che ha sempre fatto del bene alla gente, la droga non l’abbiamo mai venduta». Poi una pioggia di offese e ingiurie.  Ma dopo poche ore arriva un altro messaggio di carità e misericordia del prelato che spiega di aver incontrato gli autori dei post colmi di offese e di averli già perdonati.

Il messaggio su Facebook

Tutto è partito dal lungo messaggio pubblicato da don Salvatore dopo la notizia degli arresti. «C’è ancora da lavorare - scrive don Salvatore - io ribadisco il mio appello a quelli che sono stati arre- stati e a quelli che lo saranno». Convertitevi è la parola che ha indispettito il clan. «Non aspettate che siano i carabinieri a svegliarvi all’alba per arrestarvi- ha ribadito più volte il parroco - svegliatevi voi dal sonno della camorra». In una città dove le tensioni, la faida è scatenata il parroco ha provato a scuotere cuori e coscienze.

«Non potete dormire sonni tranquilli - le parole del sacerdote su Fb - sapendo che la droga che importate e spacciate sta bruciando decine di giovani e padri di famiglia. Non potete dormire sonni tranquilli sapendo che i commercianti non riescono più a pagare le vostre estorsioni e devono abbassare la serranda. Non potete dormire sonni tranquilli quando prestate i soldi alla povera gente, che, con il cappio alla gola del dover pagare una bolletta, viene a chiedervi 100 euro e dopo un mese dovrà restituirvene 250 in più».

Anche il vescovo di Nola Francesco Marino ha voluto inviare un messaggio di solidarietà al sacerdote: "Sono con te nell'opera di educativa a favore della giustizia e della legalità", "la Chiesa non ha nulla da temere" e sostiene il coraggio della verità e della testimonianza di don Salvatore. Il vescovo Marino poi, rivolgendosi ai membri dei clan, fa sue le parole del parroco di Brusciano: "Convertitevi! Approfittate della presenza di don Salvatore in mezzo a voi: con lui, nelle vostre case, arriva il Signore. Convertitevi! Scegliete la comunità e non il clan"