VIDEO | Scuola Viva, no alla dispersione: parlano i presidi

Il nostro viaggio tra gli istituti del Nolano e Vesuviano premiate dalla Regione Campania

Nola.  

Con “Scuola Viva” la Regione ha messo sul piatto 25 milioni di euro. Fondi che finiranno nelle casse di 454 istituti scolastici campani per l’attivazione di laboratori extracurriculari che accrescano le competenze degli studenti. Ad essere premiate sono state soprattutto le scuole di frontiera, quelle che rappresentano dei baluardi di legalità in contesti difficili. Scuole pronte ad aprirsi ulteriormente al territorio, ad accogliere bambini e ragazzi nei pomeriggi d’inverno offrendo loro proposte e progetti che vanno dall’educazione musicale al teatro, dallo sport e all’approfondimento delle lingue straniere.

Abbiamo deciso di farci un giro tra gli istituti del Nolano e del Vesuviano ammessi a finanziamento. Lo abbiamo fatto per sentire i presidi e i docenti che, questa estate, anziché godersela al mare, hanno deciso di dedicare il proprio tempo alla stesura di una progettazione di qualità che potesse soddisfare i requisiti previsti dal bando “Scuola Viva”.

Maria Teresa Palmieri è da sei anni dirigente scolastica dell’ISIS “Leone-Nobile” di Nola: «Siamo un avamposto di frontiera in cui i ragazzi hanno necessità di vivere la scuola. Da noi, di pomeriggio, sono anni che si portano avanti progetti extracurriculari ma i fondi sono sempre pochi e non bastano mai. Ecco perché risulta fondamentale una misura come quella della “Scuola Viva”. Fare sostare gli studenti a scuola significa dare loro l’opportunità di migliorarsi sia a livello di conoscenze che di competenze. I ragazzi hanno necessità di sostare nella scuola per essere allontanati dalla strada e dalle strade sbagliate. Inoltre, questa opportunità può aiutare l’alternanza scuola lavoro che è fondamentale negli istituti professionali».

Casamarciano e San Paolo Bel Sito sono distanti da Nola una manciata di chilometri. Due comunità unite dalla scuola, l'istituto comprensivo "Costantini". Una sola autonomia didattica, quella diretta dal preside Roberto Valentini: «Attiveremo i laboratori già ad ottobre. Saranno percorsi basati sulla musica e sull’inclusività, che sono due punti cardine della nostra scuola. Vogliamo fare in modo che tutti i ragazzi si trovino bene nel proprio istituto. Questi tipi di progetti sono mirati proprio a recuperare bambini e ragazzi che vivono in contesti difficili».

Infine, il Vesuviano. Tante le scuole finanziate in questo territorio. Ne abbiamo scelto una davvero di frontiera. L’Istituto Comprensivo “Ceschelli” di San Giuseppe Vesuviano. Un plesso di periferia. Angela Agovino è la dirigente scolastica. Ed è al suo primo anno di attività: «Vogliamo che la scuola sia aperta al territorio e deve esserlo per più tempo possibile, perché ci sono tanti bambini che hanno bisogno di noi, che hanno bisogno della scuola per crescere e crescere bene. Noi operiamo con una platea particolare perché multiculturale. La nostra scuola abbraccia allievi di diverse etnie: cinesi, marocchini, pakistani e bengalesi. Bambini che hanno tanto bisogno innanzitutto di imparare l’italiano, ma che hanno soprattutto necessità di inserirsi nel nostro territorio. “Scuola Viva” a questo serve: sarà una marcia in più per tutti gli studenti che hanno bisogno della scuola».

 

Rocco Fatibene