"La chiusura del cinema Metropolitan rappresenta l'ennesimo grave vulnus alla storia e alla cultura di Napoli, una città che, complici anche alcuni mass media, gli attuali amministratori di palazzo San Giacomo, a partire dal sindaco Manfredi, cercano di raccontare come una capitale che sta attraversando una fase nuova di rinascita, che, alla luce dei fatti che si registrano quotidianamente, esiste solo nella loro fantasia, mentre invece ogni giorno il capoluogo partenopeo continua a perdere pezzi importanti del suo ricco patrimonio storico e culturale.
Oggi sulle pagine della cronaca, oltre alle saracinesche abbassate della sala cinematografica, con il licenziamento di dieci dipendenti, si racconta anche la vicenda della chiusura di una delle ultime botteghe ultracentenarie per la lavorazione e la vendita del corallo, presenti nell'area di San Martino nel quartiere Vomero, meta di tantissimi turisti ". Il duro intervento, che però fotografa una situazione che è sotto gli occhi di tutti i napoletani, è di Gennaro Capodanno presidente del Comitato Valori collinari, che, sulla piattaforma change org, ha promosso anche una petizione per dire no alla chiusura del cinema Metropolitan, petizione, che ha già raccolto circa 2.200 firme.
"Cari napoletani - afferma Capodanno -, a questo punto non ho più alcuna fiducia nelle istituzioni locali e neppure in quelle nazionali, visto che, dopo il decreto per il vincolo di destinazione d'uso, voluto dall'ex ministro della cultura, Sangiuliano, decreto che risale al 27 luglio 2023, quindi a ben un anno e mezzo fa, senza che, nel frattempo, nulla sia stato fatto per evitare la chiusura dello storico cinema Metropolitan, chiusura da tempo annunciata e purtroppo oggi diventata effettiva. Compriamoci noi i locali del cinema Metropolitan, dall'attuale proprietario, la banca Intesa Sanpaolo! Mettiamo in campo un meccanismo di raccolta fondi, che veda la partecipazione di Enti, Associazioni, Comitati e singoli cittadini.
Raggiunta la somma necessaria, acquistiamo noi i locali, garantendo così il proseguimento dell’attività, in capo agli attuali gestori. Napoli non può assolutamente perdere un bene culturale e sociale, patrimonio storico della città e, vista la lunga latitanza al riguardo delle istituzioni proposte, mobilitiamoci, in prima persona, noi cittadini! “.