La croce di Lampedusa, imbracciata dai giovani, alla testa della processione che dalla chiesa dei Santi Apostoli è arrivata al Duomo di Napoli. Tra fede e speranza la Campania ha aperto il Giubileo, scegliendo come simbolo la sofferenza dei migranti che a migliaia muoiono nel Mediterraneo.
"Una croce di legno e sale - ha detto don Mimm Battaglia nella sua omelia - che racconta le storie di chi ha attraversato il mare cercando vita e trovando troppo spesso morte. È una croce che porta dentro tutte le croci: quelle degli abbandonati, dei feriti, di chi cerca un domani ma vive un oggi faticoso, denso di ferite e dolori. Questa croce non è solo un segno: è un ponte, un faro, una promessa".
Il Giubileo "è il tempo in cui dobbiamo consentire a Dio di fasciare le nostre ferite, per fare altrettanto con coloro che incontriamo. È il tempo in cui il povero, l'emarginato, il peccatore trovano il riscatto della propria dignità. È il tempo in cui le catene dell'ingiustizia, della violenza, della corruzione attraverso di noi possono spezzarsi", le parole del cardinale.