Quella vecchiaia già "misurabile" in età adulta

Una ricerca conferma: esistono due grandi punti di svolta nella nostra vita, a 44 e a 60 anni

quella vecchiaia gia misurabile in eta adulta

Uno studio dell'Università di Toronto ha rivelato che il matrimonio migliora lo stato di salute nella terza età, ma (ahimè!) solo per i maschi

Napoli.  

Quando qualche giorno fa - per la precisione il 14 agosto scorso - il professor Xiaotao Shen con il suo gruppo di ricerca del Dipartimento di Genetica dell'Università di Stanford degli Stati Uniti d'America ha pubblicato su una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo, Nature Aging, un articolo dal titolo immaginifico e intrigante, "Dinamica non lineare dei profili multi-omici durante l'invecchiamento umano", ho ripensato alla frase che fa pronunciare Terenzio nel II secolo a.C. a un personaggio della sua commedia Phormio. Nel dettaglio, a Demifone che gli chiede come mai si è trattenuto tanto tempo a Lesbo, il vecchio Cremete risponde: “mi ha trattenuto una malattia” e aggiunge “mi chiedi quale malattia? La vecchiaia stessa è una malattia”.

Quel "ipsa senectus morbus" di antica memoria è tuttora imperante nell'immaginario collettivo (anche della classe medica) e riduce la vecchiaia a un mero processo necessario, rettilineo e inarrestabile di declino, temporale (misurabile col tempo residuo di vita), biologico (quantificabile nell'aumento ingravescente dell'entropia - del disordine - nei sistemi organici) e psicologico (oggettivabile dalla prevalenza invadente e pervasiva delle regressioni umorali e cognitive nei fisiologici processi di senescenza).

Ma chi è vecchio? E quando lo si diventa? E, soprattutto, qual è il momento che letteralmente cambia le carte in tavola, cominciando a convertire la forza in fragilità, lo slancio in claudicatio, per quanto per lo più inavvertitamente? Ce lo dice con precisione quasi matematica proprio l'articolo apparso su Nature.

Le migliaia di parametri analizzati - biologici, cellulari, fisici e funzionali - ci dicono che esistono due grandi punti di svolta nella nostra vita, a 44 e a 60 anni, nei quali i nostri organi e tessuti cambiano i loro meccanismi di compenso e adattanento per cercarne (e non è detto a trovarne) di nuovi. Farci trovare in equilibrio in questi due momenti critici della nostra vita significa affrontare la sua fase tardiva più forti e determinati per giocarci le nostre residue (più per quantità che per qualità) possibilità personali e sociali con maggiore partecipazione e migliore stato di salute.

a ricerca, effettuata purtroppo appena su 108 partecipanti, seguiti per un adeguato lasso di tempo (da 2 a 7 anni circa) e a intervalli regolari (ogni 3-6 mesi), non dà informazioni oltre i 75 anni, e non può pertanto escludere che vi sia un ulteriore momento di svolta dopo questa età (altri studi suggerirebbero un altro epocale cambiamento biologico poco prima degli 80 anni), ma una cosa sembra certa: la vecchiaia non è un percorso lineare che porta senza appello alla morte, ma può essere "regolata", effettuando gli esami giusti intorno alle due età critiche evidenziate nello studio statunitense e correggendo gli stili di vita (tra i quali svolgono un ruolo rilevante i metabolismi di caffeina e alcol) ovvero monitorando o curando ciò che è più probabile si disfunzioni - il metabolismo dei grassi e il sistema cardiovascolare intorno ai 44 anni e il sistema immunitario, la filtrazione renale e, ancora, l'omeostasi cardiovascolare intorno ai 60 anni - o è già disfunzionato. Non resta che prenderne atto, tanto i pazienti (o potenziali tali) quanto la classe medica, ben consci che solo attraverso interventi globali di salute pubblica passa la gestione delle tante criticità dei sistemi sanitari occidentali. Un sorriso per concludere. Uno studio dell'università di Toronto ha rivelato che il matrimonio migliora lo stato di salute nella terza età, ma (ahimè!) solo per i maschi. Alle donne, sconsigliando di separarsi per partito preso, suggerisco, pertanto, di non trascurare i controlli clinici negli anni suindicati (e anche oltre) e non mancare di far pesare la cosa in sede giudiziale.