"Oggi affronteremo i temi più delicati all'ordine del giorno, la situazione internazionale che conosciamo, e con il ruolo di portatori di pace ovunque, con la forza della diplomazia". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel discorso di apertura dei lavori della seconda giornata del G7 dei ministri degli Esteri a Capri.
"Discuteremo certamente della situazione mediorientale. Siamo amici di Israele, sosteniamo Israele, ma vogliamo una de-escalation in quell'area. Affronteremo come sanzionare l'Iran per l'attacco con centinaia di missili contro Israele, dovremo affrontare anche la situazione che riguarda il traffico marittimo attraverso Suez e il mar Rosso, il traffico mercantile minacciato dagli Houthi, e il tema dell'Ucraina che è fondamentale per noi", i concetti ribaditi dal vicepremier italiano che ha fatto da padrone di casa.
"Sostenere l'Ucraina significa puntare poi a un tavolo di pace, ma se l'Ucraina perde Putin non si siederà mai al tavolo. Affronteremo anche le questioni che riguardano la Nato, con Stoltenberg, e le questioni che riguardano il continente africano che per noi riveste grande importanza con il ministro degli esteri della Mauritania che rappresenta l'Unione Africana. Sarà una giornata di grande lavoro e di grande impegno", ha detto Tajani.
Di Medio Oriente ha parlato anche l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Josep Borrell: "Un attacco a Rafah sarebbe una vera catastrofe umanitaria. Ci sono 1 milione e 700mila persone in strada senza possibilità di difendersi o di fuggire, quindi non attaccate Rafah", il monito all'indirizzo di Israele.