Richiamato in corsia il primario Faella, il medico del colera

Il primario emerito del cotugno sarà coordinatore del reparto Covid-19 del Loreto Mare

richiamato in corsia il primario faella il medico del colera
Napoli.  

La Campania si affida all’esperienza e come si dovrebbe fare in ogni momento di crisi e di emergenza, richiama in campo le forze, le eccellenze e le competenze migliori che si sono già confrontate con situazioni difficili.

Dal colera del 1973 al coronavirus del 2020, la sanità campana richiama in prima linea il dottor Franco Faella, primario emerito dell'ospedale Cotugno di Napoli.

Da ieri Faella è stato infatti richiamo dalla pensione e nominato dalla Regione Campania coordinatore del reparto allestito per i pazienti contagiati dal Covid-19 all’ospedale Loreto Mare di Napoli.

Il primario emerito ha definito quella che stiamo vivendo oggi ben “diversa” come infezione rispetto a quella del colera che nel 1973 a Napoli fece registrare 24 morti e 280 contagi. 

"Allora - ha raccontato Faella - si sapeva il tipo di infezione che si affrontava. Oggi siamo invece a contrastare un virus sconosciuto, completamente nuovo".

 Faella sarà "consulente infettivologo in un'attività che dovrà alleviare il carico di lavoro ai colleghi del Cotugno. Ora, qualche paziente potrà essere trasferito anche qui, dove ci saranno colleghi rianimatori che affronteranno le insufficienze respiratorie provocate dal virus, e tutta la struttura sanitaria assegnata a questa emergenza. Bisogna essere ottimisti, affronteremo questa epidemia con tutto il rigore possibile come si è fatto finora, in attesa di raggiungere maggiori certezze sui farmaci. Per ora, su questo virus utilizziamo quei farmaci già usati per altre patologie infettive. Parlo dell'Hiv o dell'Eboia, ma anche del farmaco sperimentato dai colleghi del Cotugno adoperato di solito per l'artrite reumatoide. Ogni collega ha il suo carattere ma, in questa fase, va evitato ogni contrasto per affrontare il comune nemico che è questo nuovo virus su cui tutti gli infettivologi d'Italia e del mondo devono fare fronte comune".