Omosessuale non può donare il sangue per un tatuaggio gay

La denuncia della neonata associazione avvocati a domicilio

Riceviamo e pubblichiamo...

Quando qualche giorno fa C.C, 45 anni, originario Napoli ma residente in Emilia Romagna, si è recato  in in una struttura sanitaria per effettuare una donazione di sangue, si è sentito rispondere che non poteva farlo: tutta “colpa” - sembrerebbe - di quel tatuaggio raffigurante due uomini che si baciano e che si era fatto sul braccio quale “segno di amore” – a suo dire indelebile e sobrio – per la sua “scelta di vita”.

L’uomo, dopo aver chiarito di essere si omosessuale ma di non aver avuto “rapporti sessuali a rischio” e di convivere stabilmente con il suo compagno da quasi un anno, si è sentito rispondere che non poteva donare il sangue non per la propria condizione di “omosessuale” (stabile per i protocolli Avis perché in essere da più di 6 mesi) ma proprio per il tatuaggio fatto circa quattro mesi prima.

Il potenziale donatore si è sentito comunque discriminato per il categorico rifiuto di prelievo del sangue ai fini della donazione da parte del personale medico-

L’uomo ha deciso pertanto di rivolgersi alla nostra associazione per valutare se sussistono gli estremi per un’azione legale contro il comportamento a suo dire altamente discriminatorio.

Allo stato la nostra associazione sta valutando tutti gli aspetti della singolare vicenda, controversa per molti aspetti : se è vero infatti che sfogliando i protocolli Avis si legge che la donazione può essere negata in alcuni casi di “comportamenti a rischio” del potenziale donatore con un insindacabile giudizio da parte del personale medico e paramedico, proprio non si comprende – nel caso di specie – quale tipo di “rischio” possa rappresentare un soggetto che si è fatto raffigurare con un tatuaggio un simbolo prettamente gay (due uomini che si baciano). Oltretutto l’operazione di tatuaggio è stata effettuata in un centro autorizzato.  Vi terremo comunque aggiornati sugli sviluppi della vicenda."

Una realtà innovativa ed operativa da poche settimane. In un tempo ed in un periodo storico di grandi cambiamenti, anche se la crisi economica incombe sempre sulle tasche degli italiani, dopo il successo delle varie associazioni degli avvocati per strada, alcuni giovani professionisti hanno deciso di dar vita, per la prima volta in Italia, ad un'altra ed originale forma di consulenza legale: quella dell'avvocato a domicilio. 

Come funziona questa iniziativa?

C'era una volta l'idraulico che andava a casa della gente ad aggiustare i rubinetti... Oggi c'è un professionista, regolarmente iscritto ad un Albo professionale, che entro 48 ore dalla chiamata si reca a casa del potenziale "cliente" per fornire una consulenza professionale senza alcun costo "per la chiamata" e, qualora si dovesse procedere ad una azione giudiziaria, prestando la propria attività con l'applicazione dei minimi delle tariffe forensi. 

Si tratta, sostengono i fondatori dell’associazione, di un nuovo modo di prestare attività legale venendo incontro alle esigenze della gente. Siamo operativi in tutta Italia, con un indirizzo di posta elettronica per le richieste avvocatiadomicilio@libero.it , dove i cittadini ed i non cittadini possono fare le loro segnalazioni e, dopo poche ore, avere una consulenza email di un professionista completamente gratuita. Il nostro sito www.avvocatiadomicilio.com è attualmente in allestimento (sito provvisorio https://avvocati-a-domicilio.webnode.it)