Novak Djokovic fa mea culpa. In un lungo comunicato pubblicato sulla sua pagina Instagram, il tennista serbo cerca di fare chiarezza "sulla continua disinformazione" relativa alle sue attività successive alla positività al Covid-19 e sulle accuse "molto dolorose" per la sua famiglia. Il numero uno del mondo precisa innanzitutto di aver appreso l'esito del suo test PCR un giorno dopo, ovvero la sera del 17 dicembre, dopo aver trascorso la giornata a Belgrado con i bambini. "Avevo fatto un test antigenico prima di andare, che era negativo. Ero asintomatico e mi sentivo bene. Non ho ricevuto le informazioni sul mio test PCR positivo fino a dopo questo evento". Il 18 dicembre, però, Djokovic ha concesso un'intervista a "L'Equipe". "Ho cancellato tutti gli altri miei eventi, a parte questa intervista. Mi sono sentito in obbligo di farlo, non volevo deludere il giornalista, ma ho rispettato il distanziamento sociale e ho indossato una mascherina tranne durante il servizio fotografico. Quando sono tornato a casa per isolarmi, a pensarci bene, mi sono reso conto che è stato un errore di valutazione e capisco che avrei dovuto riprogrammare questo impegno".
Ma il serbo ammette anche un altro errore, ovvero confessa di aver mentito nella compilazione del modulo di ingresso per l'Australia, dove assicurava che non avesse viaggiato nelle due settimane prima del suo volo per Melbourne, mentre in realtà era partito per allenarsi in Spagna intorno a Capodanno. "Il mio agente si scusa sinceramente per l'errore amministrativo, ha spuntato la casella errata sul mio viaggio precedente all'arrivo in Australia. Si è trattato di un errore umano e certamente non intenzionale. Viviamo in tempi difficili in una pandemia globale e a volte queste cose possono succedere. Il mio team ha fornito informazioni aggiuntive al governo australiano per chiarire la questione". Djokovic ora resta in attesa ma ribadisce che "è sempre un onore e un privilegio giocare gli Austrialian Open, voglio solo avere l'opportunità di competere contro i migliori giocatori del mondo davanti a un pubblico fra i migliori al mondo". La palla è ora nelle mani del governo australiano, la cui decisione sulla cancellazione del visto di Djokovic potrebbe slittare ulteriormente alla luce dell'ulteriore documentazione presentata dai legali del tennista. (Italpress)