Un lampo di Havertz manda il Chelsea sul tetto d'Europa per la seconda volta nella propria storia. Nel derby inglese della finale di Champions League al 'Do Dragaò di Oporto, il Manchester City manca l'appuntamento con la prima coppa dalle grandi orecchie e si arrende per 1-0. Tuchel dimentica la delusione della passata edizione sulla panchina del Psg, Guardiola ingoia un altro boccone amaro e resta al palo dopo l'ultimo successo datato 2011.
In un match che non ha tradito le attese si parte da subito a ritmi infernali, con il recuperato Sterling che non approfitta di una distrazione di James e, dall'altro lato, con Werner che fallisce due ghiotte occasioni, la prima lisciando goffamente il pallone. Il City prova a dettare i ritmi, Rudiger chiude provvidenzialmente sull'esterno di Foden e il Chelsea perde al 39' Thiago Silva: l'ex Milan e Psg alza bandiera bianca per un problema muscolare e lascia il posto a Christensen, affondando la propria amarezza con la testa nell'asciugamano.
Ma la squadra di Tuchel ha diverse frecce nel proprio arco e al tramonto del primo tempo passa in vantaggio: Mount illumina, Havertz brucia sul tempo un disattento Zinchenko e, dopo l'uscita disperata di Ederson, deposita in rete a porta vuota al 42'. Il City è costretto alla reazione ma perde De Bruyne: il belga sbatte letteralmente su Rudiger e abbandona il terreno di gioco in lacrime, con un occhio nero e problemi di vista. Guardiola sceglie Gabriel Jesus e poi gioca anche la carta Fernandinho, Tuchel risponde con Pulisic e l'americano è subito protagonista: al 73' fa ballare la retroguardia del City ma Havertz questa volta mette sul fondo. I campioni di Inghilterra reclamano un fallo di mano di James (per l'arbitro Mateu e Var c'è stato prima il tocco di petto), ma non trovano il guizzo neppure con l'ingresso di Aguero, all'ultima apparizione in maglia azzurra. Il Chelsea fa quadrato intorno a Mendy, che tira un sospiro di sollievo sulla conclusione di Mahrez al 96', ed esplode al triplice fischio dopo 7 interminabili minuti di recupero.
(ITALPRESS).