Un anno senza Kobe Bryant. Era il 26 gennaio del 2020 quando uno dei più grandi e famosi cestisti dell’NBA morì in un tragico incidente d’elicottero insieme a sua figlia Gianna e altre sette persone. Black Mamba è stato un giocatore dei Los Angeles Lakers per 20 anni, dal 1996 al 2016, vincendo cinque titoli NBA. Forte il legame con l’Italia, dove aveva passato gli anni dell’infanzia.
Bryant era a bordo di un elicottero partito alle 9.06 dall’aeroporto JohnWayne di Orange County, a Los Angeles, e diretto a Thousands Oaks, dove era in programma la Mamba Cup, un torneo con squadre maschili e femminili di pallacanestro organizzato dalla Mamba Sport Academy del campione della NBA. Il velivolo sarebbe entrato in contatto con la torre di controllo, preoccupata perché il mezzo stava volando in tondo da un quarto d’ora. Da un audio tra il pilota e la torre di controllo sarebbe stato confermato che l’elicottero aveva avuto il permesso di volare con regole applicate in caso di condizioni metereologiche peggiori di quelle standard. Il pilota avrebbe chiesto un contatto regolare con i controllori, al quale sarebbe seguita la risposta che il mezzo era ancora a un livello troppo basso. Poi la comunicazione tra controllori e pilota sarebbe stata persa. L’impatto contro la collina di Calabasas, nell’area Nord di Los Angeles, sarebbe avvenuto dopo una brusca manovra che avrebbe portato a una variazione dell’altitudine. Tra le ipotesi più accreditate sulla causa dell’incidente ci sarebbero le difficili condizioni metereologiche.
Black Mamba è entrato nella storia dello sport grazie all’agilità e alla tecnica eccezionale. Giocatore tra i più spettacolari, famoso per i tiri in sospensione e le schiacciate.