A poco più di un mese dalle elezioni presidenziali statunitensi, Kamala Harris sembra aver compiuto un sorpasso significativo su Donald Trump. Secondo l'ultimo Poll of Polls della CNN, una media ponderata di cinque diversi sondaggi condotti dopo il dibattito del 10 settembre, Harris è al 50% delle intenzioni di voto, contro il 47% dell'ex presidente. Il vantaggio di tre punti potrebbe sembrare sottile, ma rappresenta un cambio di rotta rispetto ai dati precedenti, in cui la vicepresidente era avanti di solo un punto.
Per Trump, questo svantaggio arriva in un momento particolarmente difficile. Durante un'intervista recente, ha lasciato intendere che, in caso di sconfitta, non si ripresenterà nel 2028, quando avrebbe 82 anni. "Non credo proprio, non la vedo possibile", ha dichiarato, spegnendo le speculazioni su una sua eventuale quarta candidatura.
La campagna di Trump, nelle ultime settimane, è stata un susseguirsi di momenti caotici, alimentati da dichiarazioni controverse e incidenti politici. Dalle accuse infondate sugli immigrati in Ohio, alle polemiche per il suo sostegno a un candidato repubblicano che si è autodefinito "nazista nero" su una bacheca online, Trump ha dovuto affrontare un’ondata di critiche. Non sono mancati i momenti di tensione anche nei confronti di celebrità, come il recente attacco a Taylor Swift, che ha espresso il suo sostegno per Harris.
Nonostante tutto, Trump non sembra perdere il suo zoccolo duro di sostenitori, ma le polemiche costanti potrebbero aver indebolito la sua presa su alcuni elettori indecisi, soprattutto in un clima politico ormai surriscaldato.
Harris, dal canto suo, sta capitalizzando il suo profilo istituzionale, mantenendo un'immagine di stabilità e competenza che sembra attrarre quella parte di elettorato stanca delle continue provocazioni di Trump. L’ampio consenso ottenuto nel dibattito del 10 settembre le ha permesso di consolidare il suo vantaggio, ma la partita resta aperta: con 40 giorni ancora da giocare, tutto può accadere.
La sfida tra i due non è solo una questione di numeri, ma di visioni contrapposte per il futuro del Paese. Mentre Trump continua a mobilitare il suo elettorato con messaggi forti e spesso divisivi, Harris si presenta come l'alternativa di stabilità e progresso.
Gli elettori, questa volta, sembrano meno propensi a farsi distrarre dai fuochi d'artificio della campagna repubblicana. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se il sorpasso di Harris sarà confermato e ampliato, o se Trump riuscirà a recuperare terreno come ha fatto in passato.