Nel 1908, una misteriosa esplosione devastò una vasta area remota della Siberia, in Russia, vicino al fiume Tunguska. L'esplosione fu così potente che abbatté circa 80 milioni di alberi su una superficie di 2.150 chilometri quadrati. L'evento creò un'onda d'urto che si propagò in tutto il mondo e fu avvertita persino in Europa. Tuttavia, nonostante la devastazione, non ci furono segnalazioni di vittime umane.
La causa esatta dell'esplosione di Tunguska rimase un mistero per molti anni. Nel corso del tempo, sono state avanzate varie teorie, tra cui impatti di meteoriti, comete o persino l'esplosione di un'arma sperimentale. La verità emerse solo dopo decenni di ricerche.
Nel 1927, il meteorologo sovietico Leonid Kulik guidò una spedizione scientifica nella zona colpita. Dopo anni di indagini sul campo, si scoprì che l'esplosione era stata causata dall'esplosione in aria di un piccolo asteroide o cometa. Questo oggetto celeste, stimato tra i 50 e gli 80 metri di diametro, si disintegrò a una quota di circa 5-10 chilometri sopra la superficie terrestre, generando un'esplosione equivalente a 10-15 megatoni di TNT.
L'incidente di Tunguska è rimasto uno dei più grandi misteri della storia scientifica ed è incredibile nel senso che una tale esplosione potesse accadere senza causare una perdita significativa di vite umane. La sua risoluzione ha richiesto decenni di ricerca e indagini, ma alla fine è stata identificata una spiegazione scientificamente accettata.