“Ho avuto una conversazione telefonica con Mario Draghi su sua iniziativa. Abbiamo discusso della cooperazione di difesa e della necessita’ di accelerare il sesto pacchetto di sanzioni e di sbloccare i porti ucraini”. Lo ha scritto su twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Ho ringraziato il premier italiano per l’incondizionato supporto al cammino dell’Ucraina verso l’Ue”.
Intanto Zelensky potrebbe avere aperto al negoziato, sostenendo che i russi hanno “rispettato la condizione posta e le vite dei difensori di Mariupol sono state preservate”. Parole forti e chiare, che potrebbero dare il via ad una nuova fase. Di contro, Podolyak ha prontamente ammonito: non baratteremo la nostra “sovranità né i territori e gli ucraini che vi vivono”.
Posizioni che in parte stridono, perché qualsiasi negoziato non può che prevedere una parziale concessione al nemico. Qualche attrito era già emerso in questi giorni fra lo stesso presidente, il battaglione d’Azov e l’opinione pubblica più oltranzista: la decisione di abbandonare la Azovstal e di consegnarsi all’esercito di Putin non ha trovato il pieno appoggio popolare e anche dall’acciaieria molti soldati hanno atteso a lungo prima di uscire. D’altronde, lo stesso Zelensky, un paio di settimane fa, aveva parlato di un possibile accordo con Mosca se la controparte si fosse ritirata sulle posizioni precedenti al 24 febbraio: una sorta di riconoscimento della Crimea “russa”, alla quale però era seguita la smentita immediata della Nato (e dello stesso presidente).
In attesa di capire se Putin vorrà cogliere l’apertura parziale del collega di Kiev, nella querelle sull’entrata di Svezia e Finlandia nell’Alleanza atlantica oggi Ankara ha in parte ammorbidito la propria posizione pur ribadendo che non accetterà l’adesione se i due Paesi continueranno a “collaborare col terrorismo”. Lo stesso Erdogan ha chiesto la fine del sostegno finanziario alle “organizzazioni terroristiche” ma non ha chiuso le porte a Stoccolma ed Helsinki. Il presidente finlandese, Sauli Niinisto, nel suo colloquio telefonico con l’omologo turco, ha condannato “il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni”, rispondendo ai dubbi di Ankara sull’appoggio scandinavo al Pkk curdo.
“In quanto alleati nella Nato, Finlandia e Turchia si impegneranno nella sicurezza reciproca e il nostro rapporto crescerà più forte”. Anche il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, ha discusso oggi con Erdogan: “Ho parlato con il presidente sull’importanza della politica delle porte aperte nella Nato e sulle richieste di adesione di Finlandia e Svezia: siamo d’accordo che le preoccupazioni per la sicurezza di tutti gli alleati devono essere prese in considerazione e che i colloqui devono continuare per trovare una soluzione”. Stoltenberg ha parlato della Turchia come di un “prezioso alleato”.
Per quanto riguarda la situazione sul campo, infine, il Donbass settentrionale è stato martellato da bombe e artiglieria per tutta la giornata mentre esplosioni si sono udite anche a Kiev. Mosca ha annunciato di aver distrutto con dei missili Kalibr un rifornimento di armi occidentali nella regione di Zhytomyr, nel nord-ovest. Anche per questo, nel corso della mattinata, gli allarmi aerei sono risuonati un po’ in tutta l’Ucraina.
(ITALPRESS).