Basta con i piagnistei, l'autonomia dovrà aiutarci a spendere meglio i soldi

Non si può continuare a chiedere fondi senza avere bene in mente come spenderli

basta con i piagnistei l autonomia dovra aiutarci a spendere meglio i soldi

Il ruolo centrale delle eccellenze e dello spirito cooperativistico da riprendere come volano

Da quando incominciai a interessarmi dei problemi degli agricoltori del mio Paese, avvertii un comportamento dei commercianti, delle associazioni di categoria e di una parte degli agricoltori opportunistico e dannoso . Rischiai la vita, per essere riuscito a creare la Cooperativa “Valle Caudina”, con oltre 400 agricoltori. Gli studi e l’attività politica, mi hanno fatto convincere che i nemici del Meridione sono i meridionali parolai, che, chiedendo soldi allo Stato, cercano di apparire economisti e divulgatori di idee, mentre erano solo affaristi a buon mercato. Nella storia economica del Mezzogiorno sono rimasti famosi i “vicari del Nord”, che mettevano i loro servizi a disposizione degli operatori settentrionali. I borbonici non hanno capito le ragioni dello sviluppo settentrionale. A Nord, la proprietà terriera apparteneva ai privati, tra i quali, si sviluppò una mentalità cooperativistica e imprenditoriale e,tra i politici, c’era Cavour,che, con la sua mentalità europea, creò i servizi per lo sviluppo dell’agricoltura. Al Sud, la logica delle “feste, farina e forca” esiste ancora.

Con la Repubblica, nacque una classe politica, che puntava allo sviluppo, anche se con l’aiuto dello Stato. Domandiamoci: “Come mai in tutta l’Irpinia, con migliaia di viticultori non esiste un movimento cooperativistico? Inoltre, all’indomani del terremoto ’80, in Irpinia caddero oltre 50 miliardi, che non furono utilizzati da irpini, ma furono regalati a Imprese del Nord. Gli irpini piansero e il Nord sfruttò i contributi. Adesso, i soliti affaristi ignoranti, per essere giudicati difensori del Sud, gridano contro l’autonomia differenziata. Una considerazione è d’uopo. Sui giornali e negli incontri internazionali si afferma che il futuro vedrà il mezzogiorno protagonista, al centro di uno sviluppo dell’area afro-asiatica-mediterranea, anche perché la geopolitica ha invertito il senso dello sviluppo. I politici meridionali, vedi De Luca, invece di seguire il Piano Mattei e candidare il binomio Campania –Puglia a diventare come il Nord-Est del settentrione, invocano soldi senza dire per fare cosa e senza dimostrare di avere un’idea dello svilippo. Grazie ai mutamenti geopolitici, Napoli è diventato un Porto più importante di Rotterdam. La politica, invece di impegnarsi per coinvolgere tutte le zone meridionali, piange e chiede soldi, senza capire che il popolo è diventato refrattario ai piagnistei. Sta ridiventando importante l’economia legata all’agricoltura. Il mondo eurasiatico sta diventando come il settentrione europeo di una volta. I meridionali devono cogliere l’occasione e smetterla di atteggiarsi a poveri, che chiedono aiuto e capire che la ricchezza va prodotta non mendicata.