Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, scuote il sistema bancario italiano ed europeo con un’offerta pubblica di scambio (Ops) da 10,1 miliardi di euro sul Banco BPM. Questa mossa mira a consolidare il ruolo di Unicredit come seconda banca in Italia, dopo Intesa Sanpaolo, e a proiettarla verso il primato europeo.
Il momento è strategico: l’Ops arriva in un contesto di riassetto per Banco BPM, che ha appena acquisito una quota del Monte dei Paschi di Siena e sta lavorando all’integrazione con Anima Holding. Secondo Orcel, i valori di mercato dei due istituti sono allineati, rendendo questa operazione vantaggiosa in termini di capitalizzazione e competitività. Unicredit prevede di emettere nuove azioni per finanziare l’acquisizione, offrendo agli azionisti di Banco BPM 0,175 titoli per ogni azione posseduta.
La fusione creerebbe una banca con una capitalizzazione di 77,6 miliardi di euro, 19 milioni di clienti e una rete di 5.000 filiali, rafforzando la presenza di Unicredit soprattutto nel Nord Italia, dove la quota di mercato raddoppierebbe dall’11% al 20%. Tuttavia, l’operazione non è priva di ostacoli. Il ministero dell’Economia, che aveva favorito un’alleanza tra Monte dei Paschi e Banco BPM per creare un polo bancario alternativo a Unicredit e Intesa, ha espresso perplessità. Il golden power potrebbe essere utilizzato per bloccare l’operazione, considerata non concordata con il governo.
L’Ops di Unicredit è un passo decisivo nel risiko bancario italiano, con l’obiettivo di creare un colosso capace di competere a livello internazionale. Tuttavia, le implicazioni politiche e la complessità delle negoziazioni richiedono cautela. Orcel ha dichiarato che si tratta di un’operazione di mercato, distinta dall’investimento strategico in Commerzbank, che ha tempistiche diverse. Il futuro del sistema bancario italiano potrebbe essere rivoluzionato da questa fusione, ma molto dipenderà dalle reazioni degli attori istituzionali e di mercato.
L'altra faccia della medaglia
Le sinergie di costo lorde stimate "sono pari a 900 milioni di euro, ossia piu' di un terzo della base costi di Banco Bpm, destando forti preoccupazioni sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale. Peraltro tali sinergie, al pari di quelle di ricavo, non sono per nulla valorizzate nelle condizioni dell'Offerta". E' quanto si legge in una nota dell'Istituto bancario di piazza Meda, in seguito all'esame dell'informativa sull'ops di UniCredit nel corso del CdA.
Le altre banche
"In un contesto di mercato che sta cambiando, abbiamo visto l'operazione ieri lanciata da Unicredit sul Banco Bpm in merito alla quale il mercato deciderà quale sarà la sorte migliore". Così il vice dg e cfo del gruppo Bcc Iccrea, Francesco Romito a a margine della cerimonia di quotazione sul Mot di Borsa Italiana della prima emissione di un covered bond. "Noi abbiamo un rapporto con il Banco Bpm nel mercato della monetica: abbiamo una partnership in Numia, siglata qualche tempo fa, che ci sta dando grandi soddisfazioni, aggiunge Romito sottolineando che "con il management di Banco Bpm abbiamo lavorato molto bene in questi mesi, in questi anni: vedremo - conclude - il mercato quale soluzione preferirà per questa aggregazione".