Siamo in campagna elettorale per eleggere il Parlamento europeo. I comizi, i dibattiti televisivi, gli articoli e le varie discussioni, secondo me, non fanno capire la missione che l’Ue. dovrebbe svolgere. Anche perché si parla solo e sempre di eventuali decisioni economiche, trascurando gli aspetti della vita sociale degli europei e l’evoluzione dei rapporti con gli altri Stati del Mondo.
In precedenti articoli avevo tentato di richiamare l’attenzione su altri aspetti, in sintonia con le intenzioni del Gruppo di Ventotene. L’articolo di Maurizio Ferrera, su LA LETTURA del 12 maggio, del titolo “L’Europa antidoto alle derive illiberali”, mi ha riportato alla mente argomenti del periodo della Guerra Fredda, quando l’Ue. veniva considerata un strumento per resistere agli effetti delle scelte dell’Impero sovietico e di quello Americano. I Paesi della Comunità , nel corso del tempo, hanno cercato di garantire libertà e giustizia, cosa difficile da raggiungere, se non c’è un corretto equilibrio tra concorrenza e regolazione, come sosteneva Karl Polanyi, nel suo “La grande trasformazione”.
Nella gran parte dei Paesi della Comunità, sono stati assorbiti i valori del Riformismo, nato a seguito della Rivoluzione industriale di fine ‘700, che miravano a conciliare capitalismo e democrazia. Attualmente, il compito dell’Ue è ancora più impegnativo. Nel mondo ci sono 59 conflitti, la Cina cerca di dominare il commercio mondiale, le numerose Dittature vengono legittimate dal capitalismo occidentale, milioni di migranti si spostano alla ricerca di benessere e democrazie, gli attentati a Capi di Governi e a Parlamentari e la crescita dei Paesi del BRICS. Per questo la Comunità Europea deve diventare più autorevole e meno miope. Purtroppo, mentre cresce l’esigenza di una politica di alto livello, basata su valori sociali e culturali, per costruire un mondo migliore, i quasi tutti i Paesi europei si è scivolato verso il basso. Quelli, che compongono la classe dirigente dei 27 Paesi sono nani rispetto a grandi del passato. Una volta c’erano Kohl, Mitterand, Moro, Craxi, Berlinguer, Brandt, Thatcher, Blair, Merkel, ecc. Adesso, abbiamo Meloni, Schlein, Salvini, Renzi , Conte e Toti. Il mondo attuale ha più elementi conflittuali di quelli del tempo del Muro di Berlino.
Allora Stati Uniti e Russia rappresentavano la quasi totalità del mondo, mentre la Cina era intenta ad organizzare il Partito Comunista e a diffondere il maoismo. Inoltre, gli Stati avevano confini non facilmente attraversabili. La fluidità dell’economia, l’assenza di visioni politiche, il potere economico che controlla quello politico, il dualismo sovranismo –democrazia malata, la venerazione della tecnologia e la sfida dell’Intelligenza artificiale stanno portando il mondo vero la sua fine. Le contraddizioni sono diventare normalità. Si invocano le missioni del Prnn, mentre aumentano le invocazioni per non far diminuire la popolazione; si chiede la riduzione del consumo di fonti di energia e guai a non far crescere il PIL; si chiede di difendere la biodiversità, mentre la deforestazione delle zone sottosviluppate (America del Sud) avanza e, in nome della democrazia, si aiutato le dittature. L’Europa deve uscire dalla logica regionale, diventare capace di influenzare la politica del Mondo