Gianmarco Tognazzi è intervenuto questa mattina ai microfoni di Rtl 102.5 in occasione del 30esimo anniversario della scomparsa del padre Ugo. L'attore ha così commentato il nuovo Dpcm del presidente del Consiglio nel quale, tra le tante attività, si è deciso che dovranno restare chiusi anche cinema e teatri: "Io penso che l'emergenza sanitaria imponga di fare delle scelte, il problema non è che si poteva arrivare alla chiusura di teatri, cinema e palestre, ma sta nel modo e nel messaggio falsato che può arrivare alla gente. Il fatto di chiudere solo quelle categorie non è il problema, ma lo è la risposta del Ministro Franceschini data ieri sulle motivazioni, dicendo che la curva è fuori controllo e che si impone questa decisione perché la categoria degli artisti a marzo non si è lamentata. Il problema sta nel decidere se chiudere tutto o non chiudere tutto, perché le mezze misure abbiamo visto non hanno avuto nessun effetto". Tognazzi ha proseguito dichiarando: “Sono solidale con tutte le associazioni di categoria perché la situazione è davvero mortificante, oltre al grave danno che subirà il settore. Non è possibile che questa categoria sia ritenuta importante solo quando serve a qualcuno e mai quando serve alla compattezza della stessa. La contraddizione di queste misure sta nel distinguere questi luoghi da altri simili come i musei e le chiese, dove si partecipa in modo molto più attivo rispetto al cinema o al teatro,mantenendoli aperti. Sono portavoce del nuovo IMAIE, con cui abbiamo cercato di essere vicino a livello economico, in modo immediato, a quegli artisti che avrebbero subito dal blocco un grave danno economico".
A proposito dell'anniversario dalla scomparsa del padre, dice: "Ci tengo soprattutto a ricordare che oggi sono passati 30 anni da quando papà ci ha lasciati e volevo ringraziare tutti coloro i quali in questi giorni e in particolare oggi, faranno maratone e servizi su Ugo, ricordandolo e facendo quel lavoro di grande importanza che è tramandare la cultura. Quello di cui il nostro Paese avrebbe bisogno è rimettere la cultura al centro".