Sciopero e presidio dopo la tragedia Toyota: «L'ennesima strage di lavoro»

Conte, rappresentante di USB Lavoro Privato, non usa mezzi termini: «Catastrofe annunciata»

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L'esplosione improvvisa ha causato la morte di due operai, Fabio Tosi di 34 anni e Lorenzo Cubello di 37, nel reparto logistica

A Bologna, il mondo del lavoro è scosso da una tragedia avvenuta nello stabilimento TOYOTA Material Handling. Un'esplosione improvvisa ha causato la morte di due operai, Fabio Tosi di 34 anni e Lorenzo Cubello di 37, nel reparto logistica. L'evento ha scatenato una reazione forte dal sindacato di base USB, che ha immediatamente organizzato uno sciopero di otto ore per protestare contro quella che viene definita "l'ennesima strage di lavoro".

Domenico Conte, rappresentante di USB Lavoro Privato, non usa mezzi termini: "Siamo di fronte a una catastrofe annunciata. Non sappiamo ancora le cause precise dell'esplosione, ma ci troviamo in un contesto lavorativo che, nonostante l'innovazione tecnologica, continua a sacrificare vite umane in nome dell'iperproduttività". Le circostanze che hanno portato all'incidente restano poco chiare. Odore di gas avvertito poco prima dell'esplosione, la mancanza di compressori nelle vicinanze, e un intero stabilimento colpito dal cedimento strutturale del capannone sono elementi su cui investigano i Carabinieri e i Vigili del Fuoco.

Il presidio previsto a Bargellino-Borgo Panigale non ha ancora un luogo preciso a causa dell'emergenza maltempo, ma il sindacato intende proseguire nella mobilitazione. Conte sottolinea come la politica e le imprese siano colpevoli di immobilismo, incapaci di intervenire sulle normative in modo efficace. "Le leggi devono essere inasprite, e la sicurezza sul lavoro non può essere relegata a un tema secondario", incalza Conte, evidenziando che il caso TOYOTA dimostra che anche le eccellenze industriali non sono immuni da questo problema.

Il contesto lavorativo, descritto come un ambiente all'avanguardia, ha tuttavia mostrato crepe. Il nuovo contratto integrativo ha migliorato le condizioni di lavoro riducendo l’orario senza toccare il salario, ma i carichi di lavoro e i rischi per la sicurezza rimangono questioni aperte. "Anche oggi avremmo dovuto scioperare per queste tematiche", spiega Daniele Zanelli, rappresentante sindacale nello stabilimento. "La nostra battaglia non si fermerà, e continueremo a lottare affinché tragedie simili non accadano più".

Questo dramma mette in luce l'urgenza di rivedere i modelli produttivi. L'industria 4.0, tanto lodata per le sue innovazioni, non sembra ancora in grado di garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti.