Strage fascista di Bologna: «No ai revisionismi, ricordiamo bomba e vittime»

il sindaco Matteo Lepore ringrazia "magistrati, avvocati, forze dell'ordine per anni di lavoro"

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«Adesso sappiamo e abbiamo le prove», tuttavia si cerca ancora di «nascondere la matrice fascista della strage» alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Alla vigilia del corteo commemorativo della strage del 2 Agosto, Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione delle vittime e dei familiari, partecipa alla tradizionale cerimonia in ricordo dei sette bambini uccisi nell’attentato al centro sociale Villa Torchi, e nel suo discorso anticipa quello che sarà il cuore di quanto dirà oggi dal palco in piazza Medaglie d’oro: fu una strage «organizzata e finanziata dalla loggia massonica P2», scandisce. Ricorda i «risultati eccezionali» del processo ai mandanti, di cui si attendono le motivazioni delle condanne in appello, il cui principale imputato è stato Paolo Bellini, ma che appunto ha evidenziato il ruolo che ebbero i vertici della P2, tra cui Licio Gelli. Poi, il presidente dell’associazione passa alle note dolenti. Una su tutti, quella di una presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che «ha parlato di crudeltà ma non ha accennato minimamente alla strategia fascista», ricordando come «alcuni componenti dell’Msi siano stati vicini agli stragisti». Per Bolognesi «i terroristi di Ordine nuovo e Nar vengono da lì, dall’Msi. Perfino alla Mambro volevano dare cariche nel partito». Tuttora, prosegue, si «cerca di nascondere la matrice fascista della strage».

Nel 44esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il sindaco Matteo Lepore ringrazia "magistrati, avvocati, forze dell'ordine e i familiari delle vittime per il lavoro straordinario che li ha visti attraverso gli anni lavorare attivamente per ricostruire le responsabilità e le verità. Una ricostruzione complessa, perchè arriva a un riconoscimento giudiziario a 44 anni dalla strage. Ora però tocca al Paese, ora tocca all'Italia, questa straordinaria e bellissima nazione che grazie al riscatto della lotta di Liberazione possiamo chiamare dignitosamente patria e Repubblica democratica".

Aggiunge Lepore dal palco di piazza delle Medaglie d'oro: "Tocca all'Italia riconoscere quanto è successo alla stazione di Bologna, è arrivato il momento di fare i conti con la storia recente del nostro Paese, di scrivere della bomba e delle sentenze dei Tribunali nei libri di testo e nei manuali di storia. Come per il Cile, l'Argentina, la Spagna e la Grecia è arrivato il momento di riconoscere l'antifascismo come ragione comune e fondativa del nostro patrimonio di valori- afferma il sindaco, ottenendo l'applauso più forte dalla piazza- respingendo senza mezzi termini il tentativo, ormai palese ad ogni livello istituzionale, di superarne la funzione storica, politica e giuridica". L'Italia "è e deve rimanere- conclude Lepore- antifascista, indipendente, unita e indivisibile, un Paese europeo e mediterraneo, accogliente e antirazzista, fondato sui principi della non violenza e della pace, della libertà e della democrazia".

Mattarella: «Ferita insanabile e monito costante»

'Con profondi sentimenti di solidarietà, 44 anni dopo l'attentato, ci uniamo ai familiari delle vittime e alla città di Bologna, teatro di una spietata strategia eversiva neofascista nutrita di complicità annidate in consorterie sovversive che hanno tentato di aggredire la libertà conquistata dagli italiani. A Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana', scrive il presidente della Repubblica Mattarella nell'anniversario della strage della stazione di Bologna. Il presidente del Senato La Russa chiede di 'andare avanti' con la desecretazione degli atti 'per far luce su ogni ombra del passato'. 'Una strage neofascista, espressione di un disegno eversivo che mirava a colpire lo Stato nella componente più sensibile, i cittadini comuni', ha aggiunto il ministro dell'Interno Piantedosi parlando a nome del governo in Comune a Bologna ai familiari della vittime.

Dal Pd la senatrice Sandra Zampa incalza: «A nome di tutti i familiari delle vittime e di tutti i cittadini di Bologna chiedo: è in grado questo governo di commemorare la strage di Bologna definendola con il suo proprio aggettivo? Dopo 15 sentenze e 44 anni di indagini siete in grado di accettare che fu una strage di matrice neofascista e non un generico attentato terroristico? Il ministro Piantedosi dica una chiara parola in tal senso: che il governo riconosce la verità e che, in memoria delle vittime, si impegna a contrastare ogni gruppo e movimento politico che si ispiri ai disvalori del fascismo, sia sul piano culturale che politico. Non vi è altro modo per onorare le 85 vittime e ricordare i 200 feriti. Non vi è altro modo per onorare lo Stato al cui servizio tutte le istituzioni sono chiamate» conclude Zampa.