L'estate ferroviaria italiana si preannuncia come un vero e proprio calvario per milioni di viaggiatori. Tra ritardi, guasti e cancellazioni che già infestano le linee ferroviarie da Nord a Sud, agosto sembra riservare ulteriori disagi, aggravando una situazione già critica. Le Ferrovie dello Stato (Fs) hanno annunciato infatti che molte tratte ad alta velocità saranno parzialmente o totalmente interrotte per lavori di potenziamento delle infrastrutture, proprio nel bel mezzo delle vacanze estive.
Questi interventi, secondo Fs, sono "propedeutici a una maggiore frequenza e migliore qualità del servizio", ma il timing non potrebbe essere peggiore. Le interruzioni riguarderanno linee chiave come la Milano-Bologna, la Torino-Milano-Venezia e la Direttissima Roma-Firenze, colpendo duramente i viaggiatori. Le conseguenze? Ritardi fino a 120 minuti, treni deviati su linee secondarie e, in alcuni casi, soppressioni totali dei collegamenti.
Il Codacons non ha mancato di denunciare questa situazione, sottolineando come negli ultimi dieci giorni si siano già verificati ben 74 episodi di rallentamenti e sospensioni non legati a cause di forza maggiore. Fs, da parte sua, minimizza, spiegando che il piano delle interruzioni è stato concordato con le autorità locali e che l'informazione ai passeggeri è stata puntualmente diffusa. Tuttavia, le rassicurazioni sembrano suonare vuote per chi si troverà a viaggiare su queste linee, costretto a fare i conti con ritardi, disagi e un servizio lontano dagli standard promessi.
In tutto questo marasma, ciò che colpisce è il silenzio del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, quel Matteo Salvini iperpresenzialista a ogni taglio del nastro di opere. Nonostante l'enormità del problema e le ripercussioni che avrà sugli spostamenti di milioni di italiani, il Ministro è rimasto stranamente silente, non fornendo alcuna spiegazione o rassicurazione ai cittadini. Un'assenza che pesa come un macigno in un momento in cui la fiducia verso il servizio pubblico ferroviario è già ai minimi storici.
Le Ferrovie, alle prese con la gestione di 4.000 cantieri tra grandi e piccoli, sembrano dunque lasciare gli utenti in balia dei disagi estivi, mentre la politica osserva da lontano, senza intervenire. In un paese in cui le infrastrutture rappresentano un pilastro fondamentale per l'economia e la qualità della vita, questo silenzio è assordante. Il rischio è che, finiti i lavori, ciò che non tornerà mai più sarà la fiducia dei cittadini in un sistema che sembra sempre più lontano dalle loro esigenze.