Il pugilato italiano a Tokyo si è presentato con quattro rappresentati, tutte donne, e ha raccolto una sola medaglia grazie ad una favolosa Irma Testa capace di vincere il bronzo. L’assenza degli uomini, però, lascia ancora tanto amaro in bocca alla Federazione. Ma non è il caso di fare drammi. Le spiegazioni sono tante e una, in occasione del Festival dello Sport di Trento, l’ha data il presidente del Coni Giovanni Malagò.
A Tokyo non sono andati né Clemente Russo né Vincenzo Mangiacapre. Entrambi penalizzati dalla folle gestione della Federazione Internazionale. “Hanno avuto grossi problemi e hanno organizzato il torneo di qualificazione all’ultimo momento. Qualcuno non ha potuto gareggiare (i due campani ndr) non qualificandosi. Dico sinceramente che non è stata una bella pagina di sport e di gestione”.
Malagò ha sottolineato le mancanze della Federazione Internazionale che col covid ha pasticciato un bel po’ non riuscendo, come invece hanno fatto in altre discipline, a salvare la qualifica Olimpica e a garantire a tutti le stesse opportunità. Questo sarà per sempre uno dei grandi rimpianti di Russo e Mangiacapre che a Tokyo avrebbero meritato di esserci.