In arrivo questa mattina i primi carichi di tabacco dagli agricoltori campani presso il centro di raccolta della Philip Morris a San Nicola la Strada, Caserta. Ad aprire le scatole per i controlli qualità i rappresentanti dei due soggetti protagonisti dell’accordo di filiera corta, Gennarino Masiello e Cesare Trippella, rispettivamente presidente di Ont Italia nonché vicepresidente Coldiretti e senior manager leaf Philip Morris Italia.
“È emozionante vedere i frutti di un accordo importante per l'economia italiana e per la Campania in particolare – spiega Masiello – che vale 80 milioni di euro l’anno e un potenziale investimento complessivo di circa 500 milioni entro il 2020 in Campania, Toscana, Umbria e Veneto. A fare la parte del leone è proprio la Campania, unica regione produttrice della varietà Burley, ossia il 60% del totale prodotto in Italia. In particolare l’accordo prevede che per il primo triennio Philip Morris si impegni a stipulare contratti di acquisto annuali di tabacco secco sciolto italiano per la varietà Burley per circa 11.000 tonnellate e circa 10.000 tonnellate per la varietà Virginia Bright. Prevede inoltre specifiche azioni per la tutela sia dell’ambiente, in particolare per la riduzione di Co2, sia dei lavoratori”.
“Con questa intesa – prosegue Masiello – si dà corpo ad un obiettivo che Coldiretti insegue da tempo: garantire maggiore reddito agli agricoltori eliminando i passaggi intermedi. Un risultato che vale doppio per una regione come la Campania, che è il primo produttore di tabacco. Dal 2011 ad oggi Philip Morris, a seguito di un accordo con Coldiretti, ha adottato la contrattazione diretta con i produttori attraverso l’Organizzazione Nazionale Tabacco, con l’obiettivo di accorciare la filiera e garantire un maggior valore aggiunto ai produttori. Il modello della contrattazione diretta manifattura-produttori è l’esempio da seguire per la crescita del valore e per la tutela dei nostri prodotti. Avere contratti certi e duraturi aiuta la crescita dell’agricoltura perché favorisce gli investimenti. Il made in Italy potrà fare balzi da gigante se saprà seguire questa traiettoria di futuro, arginando così contraffazioni e speculazioni”.
La scheda:
Superficie investita: 18.000 ha. La coltivazione del tabacco si sviluppa in Campania, Veneto, Umbria e Toscana, quasi esclusivamente nelle provincie di Caserta, Benevento, Perugia, Verona, Padova e Arezzo. La Campania è la prima regione per produzione in Italia. Il venir meno degli aiuti accoppiati UE, a partire dal raccolto 2010, ha determinato la drastica riduzione della produzione di tabacco, circa il 50% dal 2009 ad oggi. Nonostante ciò, l’Italia è ancora leader nella UE con oltre 1/4 della produzione complessiva.
Produzione: in Italia si coltivano le varietà Virginia Bright, Burley, Dark Air Cured e Kentucky per una produzione complessiva di 55.600 ton, anno 2014, (33.600 ton di Virginia, 18.000 ton di Burley, 1.600 ton di Dark Air Cured e 2.200 di Kentucky).
Valore della produzione agricola: ca. 135 M€ (anno 2014, prezzo al netto dei contributi comunitari).
Indotto: ogni € generato nel settore agricolo genera altri 2,2 € nei settori collegati.
Addetti: 50.000 addetti a livello nazionale, nella fase di coltivazione e prima trasformazione, prevalentemente in zone già caratterizzate da alto livello di disoccupazione e senza alternative economicamente valide alla coltivazione.
Redazione