Militanti del Movimento Marcianise Terra di Idee, si sono recati prima al cimitero e poi in Piazza Umberto I, per celebrare il 74° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo ed i valori della Resistenza che furono la base fondante della Costituzione Italiana.
“Abbiamo voluto farlo in maniera solenne – ha spiegato Alessandro Tartaglione – perché forti sono i tentativi nel nostro Paese di cancellare la memoria storica da parte di forze politiche che irresponsabilmente parlano di derby tra “comunisti” e “ fascisti”. Noi , al contrario, vogliamo ricordare che la guerra civile di liberazione vide contrapposti coloro i quali lottavano per la libertà a coloro che difendevano la dittatura e l’oppressione. Se oggi noi possiamo riunirci liberamente è perché molti dei nostri avi, anche imbracciando le armi, ebbero la meglio su coloro che avevano soppresso i diritti democratici e affamato il popolo coinvolgendo il Paese nella II Guerra Mondiale al fianco della Germania Nazista”.
Durante la manifestazione è stato ricordato come anche Marcianise fu teatro di stragi ad opera dell’esercito tedesco che occupava militarmente il territorio. Tra il 3 e il 4 ottobre del 1943, infatti, furono fucilati ben 10 inermi civili.
Ecco i loro nomi:
Vito Cecere, Gaetano Sibona, Tommaso Mandile, Giovanni Tartaglione, Raffaele Valletta, RaffaeleSpina, Rocco Perfetto, Francesco Perfetto, Rosa Costanzo e l’antifascista Donato Piccirillo. Sono state ricordate, inoltre, anche le 38 vittime civili dei bombardamenti del 20.8.1943 a cui il Comune di Marcianise nel 1989 dedicò una lapide che si trova nell’area centrale del Cimitero di Marcianise.
Sangue innocente che si aggiunge ai tanti marcianisani militari appartenenti ai vari corpi dei Carabinieri, Aeronautica, Esercito e Marina coinvolti in azioni di guerra, molti dei quali partecipanti alla Guerra di Liberazione ed altri che perirono nei campi di concentramento come Giovanni Onorato che fu fucilato dai nazisti sacrificandosi al posto del fratello Luigi, compianto insegnante marcianiasano, la cui vita fu pesantemente provata dall’esperienza nei campi di prigionia.
Infine sono stati ricordati coloro i quali, sprezzanti del pericolo, misero in gioco la propria vita per l’ideale di libertà. E’ stata perciò ricordata, alla presenza di alcuni nipoti, la figura di Saverio Merola, sindaco di Marcianise nel 1920, dopo la Grande Guerra, socialista marcianisano, schedato e perseguitato per lunghi anni dalla polizia mussoliniana perché ritenuto un antifascista militante. Un personaggio, insieme a tanti altri, che fu protagonista a pieno titolo della resistenza casertana e meridionale al nazifascismo.
“Dopo lunghissimi anni di oblio – ha spiegato Alessandro Tartaglione – oggi con certezza possiamo affermare, grazie al ritrovamento di alcuni documenti che erano secretati presso il Ministero dell’Interno a Roma, che Saverio Merola fu partigiano per la liberazione avendo partecipato alla organizzazione di una banda armata di patrioti, aver compiuto opere di sabotaggio nei confronti dell’esercito tedesco, aver messo in collegamento tra di loro i vari gruppi partigiani operanti nel casertano e aver preso parte a combattimenti contro i tedeschi. Per aver preso parte a queste azioni Saverio Merola fu vittima di ripercussioni anche con l’uccisione di congiunti come il cognato Raffaele Valletta, fratello della moglie, che fu fucilato insieme ad altri civili. Oggi noi rendiamo onore al partigiano Merola impegnandoci ad organizzare per il prossimo gennaio, nel 2020, più solenni celebrazioni volte a ricordare, nel 60esimo della sua scomparsa, questa importante figura storica della nostra Marcianise”.