'I pugni in tasca' arriva al Ricciardi di Capua

La rassegna che mostra al pubblico del presente i film del passato freschi di restauro

Capua.  

Secondo appuntamento al cinema/teatro Ricciardi di Capua con “Il cinema ritrovato” la rassegna che sigla la collaborazione con la Cineteca di Bologna che da ventinove edizioni conduce gli amanti del cinema in viaggi memorabili attraverso storiche meraviglie della settima arte. Inaugurata il 2 novembre scorso con il film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini, da domani, 16 novembre, sarà la volta di “I pugni in tasca” di Marco Bellocchio. E' il 1965 quando “I pugni in tasca”, il film dell'allora esordiente Marco Bellocchio, 26 anni, diventa un caso nazionale. I più illustri intellettuali del tempo, da Soldati e Calvino a Moravia e Pasolini, ne dibattono. La critica lo annovererà tra i film manifesto, in grado di anticipare in qualche modo i fermenti del '68. A distanza di 50 anni “I pugni in tasca” torna sul grande schermo in versione restaurata, riproponendo una storia che vede protagonisti quattro fratelli, orfani di padre e una madre cieca (Liliana Gerace). La narrazione si macera e si distrugge tra le personalità distorte dei componenti della famiglia. Ale (Lou Castel) è affetto da crisi di epilessia ed è morbosamente legato alla sorella Giulia (Paola Pitagora), a sua volta insicura ma innamorata del fratello maggiore, Augusto (Marino Mosè), l'unico che ha una vita volta verso l'esterno, regolarmente fidanzato ma cinico, dalle ambizioni borghesi. Nel corso degli ultimi anni Bellocchio ha più volte parlato de “I Pugni in tasca”. Nel 2013 spiegava: "Era tutto molto diverso. Gli anni Sessanta erano anni difficili, il cinema era ancora molto legato alla politica, c'era un nucleo storico di registi che avevano contribuito alla grande storia del cinema italiano e altri più giovani che testimoniavano i fermenti della società che avrebbero poi portato a soluzioni drammatiche". "La cosa che colpisce di più, oltre a una storia che dà ancora turbamenti - sottolineava ancora - è che questo film conserva ancora una forza, continua ad avere qualcosa di insolito, un coraggio e una volontà di non adeguarsi ai modelli dell'epoca".

Redazione Ce