Terra dei fuochi, "lo Stato non ha risposto alla gravità della situazione"

La sentenza della Corte europea diritti dell'uomo, ricorsi anche di due avvocati di Benevento

terra dei fuochi lo stato non ha risposto alla gravita della situazione
Caserta.  

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dopo dieci anni, ha emesso la sentenza pilota relativa al caso “Terra dei fuochi”, una vasta area della Campania (tra Caserta e Napoli) in cui nel corso degli anni lo smaltimento illegale dei rifiuti ha pesantemente inquinato l’ambiente. Nella procedura sono inseriti i ricorsi ricevuti da associazioni e cittadini, questi ultimi rappresentati dinanzi alla Corte Europea dagli avvocati sanniti Salvatore Forgione e Antonella Forgione, del Foro di Benevento.
“Sono centinaia  - spiegano i legali -i ricorsi che tra gli anni 2015 e 2016 abbiamo portato all’attenzione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Si tratta di vittime, tra cui anche minori, che hanno denunciato la violazione dei loro diritti alla vita e al rispetto della propria vita personale e familiare, sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Una battaglia durata molti anni durante i quali abbiamo assistito anche gli eredi di chi, purtroppo, non è sopravvissuto.” 
Nei ricorsi presentati si contestava la violazione della Convenzione da parte dello Stato Italiano in merito al diritto alla salute ed al rispetto della vita privata e familiare, ce si chiedeva alla Corte Europea di riconoscere la violazione degli articoli 2 e 8 della CEDU compiuta dallo Stato italiano nella vicenda nota come “Terra dei fuochi”.
Nella sentenza pubblicata oggi la Corte ha stabilito che "Lo Stato italiano non ha risposto alla gravità della situazione con la diligenza e la rapidità richieste, nonostante fosse a conoscenza del problema da molti anni".

I giudici hanno concesso all'Italia due anni di tempo per "sviluppare una strategia globale per affrontare la situazione, istituire un meccanismo di monitoraggio indipendente e una piattaforma di informazione pubblica".
La Corte ha inoltre deciso di aggiornare l'esame di istanze analoghe delle quali non era stato ancora dato al Governo preavviso in quel periodo. Sulla richiesta di risarcimento del danno morale si è riservata al predetto periodo biennale.